Segretario Matteo Salvini, la situazione di stallo a Milano inizia a diventare preoccupante per gli elettori di centrodestra. Concorda?
«Stiamo lavorando su temi, progetti e cose da fare. Il prossimo sindaco può cambiare il volto della città nei prossimi trent'anni, da quel che sarà il dopo Expo fino al trasferimento del carcere di san Vittore».
Qual è la sua idea per il futuro delle aree nel dopo Expo?
«A me piace tantissimo il progetto della Città universitaria con tutto quello che vi è connessso, con start up, innovazione, tecnologia, che può portarsi dietro in ternmini di occupazione».
Le piace l'idea di mantenere gli elementi più significativi, Padiglione Zero, Padiglione Italia e Albero della Vita?
«Se economicamente è una cosa che sta in piedi ed è percorribile, sì. Salviamo il più possibile, questa è la mia convinzione».
Il governo è entrato in Arexpo. Un passo avanti di rilievo?
«Ma va', serve un regista e finché Renzi tira per la giacchetta Sala per uscire dal pantano della sinistra è un problema. Intanto il governo dorme, perché l'università ha lavorato, Comune e Regione hanno lavorato, ma manca il regista e mancano soldi. Se io fossi al posto di Pisapia, andrei a Roma e non mi alzerei finché non mi dicono che cosa si fa e chi paga».
Per vincere a Milano serve un nome forte da contrapporre al candidato della sinistra?
«Vado controtendeneza, il grande nome è l'ultimo dei miei problemi, non è un momento in cui è fondamentale averlo. Serve qualcuno che ami e conosca Milano, che arrivi dalla cultura, dal volontariato o dall'impresa».
Ma a lei quali candidati piacerebbero?
«Ho sempre detto che ho stima per Del Debbio, ho incontrato Gianluca Vago per l'università e il dopo Expo ma non mi permetto di tirare per la giacchetta nessuno. Lo stesso discorso vale per Sangalli: quel mondo lì è fondamentale, ma non mi sembra che si sia candidato. Non facciamo il toto. Andiamo con calma».
Primarie sì o si possono evitare?
«Se c'è l'accordo si possono evitare. Non andiamo a incasinarci come ha fatto la sinistra. Pensiamo ai progetti».
Lei che cosa rifarebbe di Milano? Quali priorità?
«Che senso ha che San Vittore sia in perenne fase di ristrutturazione in centro città? Che fine fa l'Ortomercato? E gli scali ferroviari, come Farini e gli altri da risistemare? Da milanista aggiungo che c'è uno stadio da pensare. E da un punto di vista economico l'artigianto da sostenere».
Chi potrebbe svolgere meglio un compito del genere? Un uomo di partito o no?
«Per me è indifferente se è di partito o no. Non reclamo ad alta voce nulla».
Perché continua a bloccare Maurizio Lupi e i candidati di Ncd mentre tutti li spingono?
«In questa finanziaria ci sono altri 400 milioni di euro di tagli ai Comuni ed Ncd, Alfano, è parte integrante di chi sta distruggendo i Comuni. Lupi è il capogruppo di Area popolare, alleato di Renzi, ma di che parliamo? A Roma mi svuoti il portagoglio e a Milano vuoi venire a riempirmelo?»
In Regione Ncd è parte integrante della maggioranza.
«Sono contento di come sta andando in Regione: tutti rispettano patti e tempi. Da ottobre non c'è più il superticket, c'è bonus bebè e contributo anziani e disabili. Tutte cose che mi rendono orgoglioso».
E le inchieste giudiziarie che hanno dato un altro colpo violento alla Lombardia?
«Leggendo le carte, la vicenda Garavaglia mi ha fatto imbestialire. Mi aspetto rapidamente le scuse di qualcuno. Per quanto riguarda casa altrui, spero che chiunque possa dimostrare la sua pulizia. Se toccano uno della Lega senza motivo, hanno sbagliato a capire».
Lei ha un fronte aperto con i magistrati e adesso anche con la polizia, che si dichiara tradita perché lei ha indossato illegalmente la loro divisa per fare dichiarazioni pesanti sul giovane albanese ucciso.
«Se uno difende se stesso e la sua famiglia, dal mio punto di vista merita una medaglia. Non mi sembra che 22enne albanese espulso e rientrato con precedenti penali possa essere considerato una persona da cui non sentirsi nella necessità di difendersi. Non scherziamo, domani (oggi, ndr) siamo davanti al tribunale per dire giù le mani da chi si difende. Mettiamo in galera quelli giusti e non quelli che non hanno fatto niente».
In Regione caldeggia la scelta di Maroni di mantenere il megaassessorato al Welfare?
«È una scelta giusta fino a quando non ci saranno le condizioni per delegarlo, perché se c'è il dubbio, anche solo il dubbio, che l'efficienza della Regione dia fastidio a qualcuno e ci sia un attacco a Palazzo Lombardia, è giusto che chi ha le spalle più larghe, ovvero il governatore, si faccia avanti e mantenga le deleghe».
Si è parlato del Welfare a Gallera.
«Non mi risulta».
E l'Aprea vicepresidente?
«Rispetto le autonomie di scelta. Scelgano loro. Non vado a imporre nulla né a Zaia né a Maroni. Operino in autonomia».
Sono rientrati i contrasti con Maroni?
«Con Maroni ci sentiamo quotidianamente o quasi. Lui governa con Ncd, Zaia no ed è chiaro che ci sono situazioni diverse.
Abbiamo in ballo la manifestazione dell'8 novembre a Bologna e quella domenica sarà evidente chi fa parte della squadra e chi no. In base a chi ci sarà e chi parlerà, si vedrà chi farà parte della squadra. Mi sembra strano che Ncd possa esserci, visto che è al governo con Renzi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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