La «chiave» per svelare il mistero dell'omicidio di Nicoletta Figini - la 55enne soffocata nel suo appartamento di via Ramazzino (zona Porta Venezia) nella notte tra il 18 e il 19 luglio scorso - sarebbe nascosta dentro uno dei tre telefonini che possedeva e trovati in casa sua - un Iphone 5 della Apple. L'unico tra i cellulari appartenuti alla vittima che risulta impenetrabile a causa di una password sconosciuta e impossibile da bypassare anche per il più esperto degli hacker.
Come anticipato ieri dal Corriere della Sera, dinnanzi a questa impasse la Procura milanese ha deciso di rivolgersi proprio alla sede statunitense della Apple, prima direttamente, poi grazie a un legale italiano della grande società californiana di Cupertino e in collaborazione con l'ambasciata americana a Roma. Apple vuole venire incontro alla giustizia italiana. Soltanto però se l'apparecchio verrà portato negli Usa e con un ordine di un giudice, senza il quale la casa della mela morsicata non può scardinare uno dei propri prodotti anche se il farlo potrebbe assicurare alla giustizia l'autore di un omicidio.
Per risolvere il problema di questa «chiave elettronica», legato alle norme giuridiche internazionali, il pm Mauro Clerici ha avviato così una rogatoria negli Stati Uniti. I tempi, però, non si prospettano brevi.
Le indagini della squadra mobile di Milano finora non hanno portato a nulla di concreto. La Figini, si sa, sarebbe stata uccisa durante una rapina, anche se gli investigatori pensano subito a una messinscena.
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