(...) Delpini, c'è anche l'oggi delle tribolazioni. Più tardi, al Monumentale, risponde a una domanda sul terrore negli Usa: «Il terrorismo non ha ragione di esistere, bisogna mettere tutte le forze insieme per evitare che questo succeda. I drammi che ci scuotono sono impressionanti, come questi innocenti travolti nel mezzo di una festa. Non si comprende come possano esserci progetti che impegnano risorse, intelligenza e intraprendenza per fare così del male». E ancora: «Restiamo sconcertati rispetto all'abisso di male che può essere ospitato nel cuore di uomini e donne. Per contrastarli non abbiamo altra strada che costruire un mondo migliore, dove ci si rispetti e si discuta in modo da fare dell'avversario un interlocutore».
Un filo riporta all'omelia in Duomo: «C'è da domandarsi come mai il mondo non sia finito, che cosa consenta alla terra di sopravvivere e di ospitare uomini e donne che ogni giorno fanno di tutto per distruggerla, per sommergerla di rifiuti e renderla inabitabile». La risposta dell'Apocalisse è che la storia continua per lasciare il tempo all'Angelo «di imprimere il sigillo sulla fronte dei servi del Dio vivente». Il sigillo della morte che ha colpito generazioni di artisti qui è «il miracolo sorprendente della gioia» in vite che sembrano mediocri, segnate da sconfitte, prepotenze, cattiverie.
Quanti sono i servi e perché l'Angelo non ha concluso il suo compito? «Allo sguardo superficiale sembra che siano pochi».
E invece «sono dappertutto, presenza così quotidiana, affidabile, modesta, che sono considerati una presenza scontata, come le colonne del tempio, ma sono loro che tengono in piedi il mondo». Oggi alle 17,30 in Duomo la Messa per i defunti.Sabrina Cottone
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