Il pranzo di Natale con i bisognosi, gli auguri di Natale e il risiko delle alleanze. Ma Formigoni dal Belvedere di Palazzo Lombardia allunga lo sguardo fino a Roma e alla conferenza stampa del premier uscente Mario Monti che in un certo senso potrebbero anche condizionare le scelte lombarde. «Un giudizio deludente assai - il suo primo commento. Perché Monti è stato assai lontano dalle attese che tanti avevano riposto in lui». Per esempio? «Per esempio l'intervista del cardinale Angelo Bagnasco sul Corriere della sera di quindici giorni fa. E poi quell'invito al Partito popolare europeo dove gli era stato chiesto chiarissimamente di interpretare una posizione ispirata ai valori cristiani e popolari». Non solo. «E poi - aggiunge Formigoni - non ho proprio gradito quell'eccesso sgradevole di polemica nei confronti di Silvio Berlusconi».
Per Massimo Corsaro, tra i promotori di Fratelli, «Monti con la sua apertura ha fatto un atto di scorrettezza istituzionale e di mancanza di parola. Lui è stato a capo di un governo che ha congelato la democrazia e questo è stato possibile perché lui ha garantito la sua terzietà. E così non è stato. Se fosse stato un politico qualunque a dire le stesse cose 13 mesi fa per poi rimangiarsi tutto, quel politico sarebbe stato sbeffeggiato». Poi una critica al suo ormai ex partito. «Il Pdl è stato per troppo tempo ondivago sui pessimi risultati del governo. Questo ha determinato la scelta di fondare un nuovo partito, forti della coerenza di chi dice certe cose già da un anno».
Gabriele Albertini che già si definiva il candidato presidente di Monti in Lombardia, parla di un discorso di ieri «da autentico statista», la via di Monti «è quella del Ppe: il suo rigore e l'impegno disinteressato per la Nazione sono anche i miei. Ascoltarlo oggi mi ha confermato, una volta di più, la bontà del nostro progetto civico per la Lombardia, che a lui si richiama. Mi impegnerò al massimo contro le derive populiste e demagogiche». Ma pure il candidato del Pd Umberto Ambrosoli fa notare che «chi ha seguito la mia campagna elettorale si sarà reso conto che gli obiettivi per i quali sto lavorando, insieme al Patto Civico che mi sostiene, sono in sintonia con le parole di Monti» mentre Lega e Pdl anche con le loro ultime dichiarazioni ripropongono la miopia che ci ha portati sul baratro». La stessa minestra? Ironizza su Twitter il terzo candidato al Pirellone, il leghista Roberto Maroni che tra le conclusioni della giornata: «Lombardia oggi. Albertini: Viva Monti. Ambrosoli: Viva Monti. Meno male che c'è Maroni!!! Basta Monti basta tasse».
E Pietro Ichino che solo due giorni fa aveva rinunciato a correre per le primarie del Pd ieri ha annunciato: «Se mi verrà chiesto sono pronto a collaborare per il successo di una lista Monti per il Senato e anche a guidarla, in Lombardia, «se mi verrà chiesto».
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