Diciottenne stuprata dopo la discoteca Ecuadoriano in manette

La ragazzina assalita in piazza Gasparri Una testimone ha sentito le urla della vittima

Diciottenne stuprata  dopo la discoteca Ecuadoriano in manette

La zona è sempre la stessa, a nord di Milano. Un'area dove diversi casi di aggressioni a sfondo criminale «famosi» - cioè di quelli destinati a restare impressi nella mente e nella memoria delle persone anche a distanza di anni - sono tuttora irrisolti. Tutti riguardanti donne: nel 2017 a ottobre una 81enne venne abusata al Parco Nord, un mese dopo toccò a una ragazza peruviana di 21 anni aggredita in via Majorana e poi violentata nel parco che corre lungo il perimetro dell'ospedale Niguarda e ancora, a distanza di appena due settimane, il 23 novembre, addirittura un assalto sfociato in un omicidio, probabilmente dopo una rapina andata male, nel Parco Litta, ad Affori: fu lì, nelle prime ore di quel 23 novembre, che trovò la morte la 63enne Marilena Negri.

Stavolta la violenza di cui parliamo è accaduta in piazza Gasparri, poco lontano dalla superstrada Milano-Meda, e, tutto considerato, è stata risolta in tempi accettabili. Ciò non ridimensiona la gravità di questo genere di reati, soprattutto in una zona di recentissima riqualificazione «anti criminalità» (l'altroieri la festa) come questa piazza. Lo stupro risale alla notte tra il 24 e il 25 marzo. Quando un ecuadoriano di 22 anni ha approfittato di una connazionale 18enne, mentre lei faticava anche soltanto a stare in piedi. Una scena a dir poco tremenda, aggravata dal fatto che i due si conoscevano e si può dire senza il timore di sbagliare che erano amici: secondo i poliziotti della squadra investigativa del commissariato «Comasina» che hanno condotto le indagini e arrestato il responsabile, infatti, il ragazzo finito ai domiciliari a casa dei genitori (vive in zona Turro) ha abusato della conoscente, mentre lei continuava a urlare e chiedere aiuto. Quelle grida, però, qualcuno le ha sentite eccome ed è stato anche grazie alla sua testimonianza che l'ecuadoriano è stato inchiodato alla proprie responsabilità. Avvenuto al termine di una serata che carnefice e vittima avevano trascorso insieme ad altri sei amici, quattro uomini e due donne.

Quella sera il gruppetto era andato a ballare in una discoteca in zona Brenta, area molto frequentata dai sudamericani che amano andare per locali. Una volta usciti gli otto - già molto ubriachi - erano saliti in metropolitana ed erano andati alla Comasina per riunirsi nel parchetto di piazza Gasparri, dove avevano continuato a bere whisky e succo di frutta. Poi, mentre gli altri se n'erano tornati a casa, la 18enne era rimasta con l'amico che aveva giurato ai connazionali di conoscerla e di essere disponibile a portarla a casa. Invece - chiarisce l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Natalia Imarisio - proprio in quel parchetto il ragazzo ha abusato della giovane.

Tutto questo, oltre a quanto raccontato dalla vittima alla polizia, lo sostiene anche una donna che abita in piazza Gasparri e che quella notte si era affacciata alla finestra proprio perché attirata dalle urla di disperazione della ragazza. Sempre lei, la residente, aveva lanciato l'allarme. La polizia al proprio arrivo aveva trovato la 18enne svenuta e l'«orco» particolarmente aggressivo, tanto che gli agenti lo avevano portato in commissariato per identificarlo.

A chiarire con esattezza quanto accaduto è stata proprio la testimone, che ha raccontato agli investigatori la scena alla quale aveva assistito.

Le immagini di video sorveglianza della metro, che hanno ripreso la giovane vittima così ubriaca da dover essere portata fuori dalla stazione di peso dai suoi amici, insieme agli accertamenti ginecologici fatti alla clinica Mangiagalli, non hanno potuto che confermare lo stupro.

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