Diffida alla discoteca: deve mettersi in regola entro il 30 marzo

Diffida alla discoteca: deve mettersi in regola entro il 30 marzo

La «maledizione» di marzo si abbatte (ancora) sul Limelight. L’anno scorso la discoteca di via Castelbarco fu colpita da due batoste. L’apertura di un’inchiesta in Procura per inquinamento acustico, dopo gli esposti dei residenti che sostenevano che le vibrazioni della musica arrivavano ad aprire crepe nei muri di casa, e poco dopo la chiusura - imposta questa volta dall’ex amministrazione Moratti - per irregolarità nei certificati antincendio. Licenza sospesa fino a quando la proprietà non avesse fatto i lavori necessari. Un’altra primavera è iniziata male: nei giorni scorsi i titolari del locale (l’ex Propaganda) hanno ricevuto un altro aut aut dalla nuova giunta Pisapia. Un nuovo avviso di chiusura se entro il 30 marzo la discoteca non abbasserà il volume, ossia isolamento acustico delle pareti che confinano con il palazzo di via Castelbarco. I gestori hanno quindici giorni di tempo per presentare le controdeduzioni. Il comitato dei residenti ha lanciato da almeno quattro anni la guerra alla movida selvaggia. Non solo il volume, ma schiamazzi davanti al locale, il fenomeno dei posteggiatori abusivi e del parcheggio irregolare sulle aiuole e i parterre. Senza grandi risultati. Salvo che qualche settimane fa la Lega ha ripreso in mano la «pratica», a partire dalla protesta di una portavoce del comitato, Angela Gentile. L’Arpa ha rilevato il venerdì e sabato notte nel suo appartamento 39 decibel, circa il doppio del previsto nella norma, e oltre cento decibel sul balcone.
Il consigliere del Carroccio Alessandro Morelli ha girato la protesta agli assessorati competenti. E dopo il caso dell’Arco della Pace, con le misurazioni dell’Arpa che stanno mettendo il silenziatore ai locali (rischiano il coprifuoco alle 23 invece che all’una di notte) anche per il locale di zona Bocconi è scattata una lettera di diffida. I gestori possono presentare le controdeduzioni o dal 30 marzo rischiano la chiusura. E già domani Palazzo Marino dovrebbe ricevere una proposta di mediazione dal Limelight. La proposta di una «moratoria» almeno fino a maggio, quando scatterebbe un piano dettagliato di lavori per l’insonorizzazione. La signora Angela Gentile assicura che «non è nostra intenzione far chiudere la discoteca, anche perchè ci lavorano almeno una cinquantina di persone in regola. Se garantiscono un impegno scritto sugli interventi e ci permettono di fare la supervisione, possiamo sopportare ancora un mese di musica alta». Anche la Lega sottolinea che «i locali della notte garantiscono anche occupazione, non vanno penalizzati - precisa Morelli - ma bisogna mettere insieme le esigenze del divertimento con il diritto al sonno dei residenti. E i gestori dovranno prendersi l’impegno di contenere, con l’ausilio dei buttafuori, gli schiamazzi all’esterno e il fenomeno del parcheggio abusivo».
Sono sul piede di guerra invece i gestori dell’Arco che si ribellano alla chiusura anticipata alle 23.

Dalla scorsa settimana hanno iniziato a ricevere le diffide del Comune e il tempo per le controdeduzioni scorre. L’Unione del commercio ha già tentato un tavolo di «conciliazione» con il Comune nei giorni scorsi, saranno decisive le prossime due settimane.

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