«Digiuno» per la donna rom Don Colmegna nella bufera

«Digiuno» per la donna rom Don Colmegna nella bufera

Uno sciopero della fame «a oltranza». Preferisce chiamarlo «digiuno», forse perchè si addice meglio al personaggio o per distinguersi dal leader dei radicali Marco Pannella, anche se copia toni e metodo. «Certe situazioni intollerabili vanno gridate» attacca don Virginio Colmegna. Che non è politico ma non ha mai disdegnato la prima fila nelle manifestazioni di sinistra, è stato un supporter di Giuliano Pisapia come lo è ora di Umberto Ambrosoli per la Regione. E in piena campagna elettorale, e in vista della visita domani al carcere di San Vittore del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, alza l'attenzione sulla questione delle carceri affollate. E annuncia un'iniziativa shock per la liberazione di una nomade detenuta a Como. «Digiunerò finchè non sarà scarcerata» ha avvertito ieri a Palazzo Marino. La donna, una romena di 27 anni con tre figli, deve scontare una pena di 6 mesi per un episodio di accattonaggio con minore che risale al 2006. «Da allora - la difende Colmegna - ha compiuto un grande percorso, è stata seguita da volontari, ha interrotto i legami con gli altri nomadi». Nel 2010 è stata accolta alla Casa della Carità che lui dirige e ora vive in un'altra città «dove ha casa, lavoro, è stimata, i suoi figli vanno alle elementari e all'oratorio. Dopo tanti sforzi suoi e dei volontari per raggiungere questa autonomia, sono arrivati i carabinieri per portarla in carcere a Como, a scontare la pena di 6 mesi passata in giudicato». In questi casi «il carcere non serve, non dà una risposta». Per questo ha scelto il digiuno, nei giorni della visita del capo dello Stato.
Si uniscono all'appello due assessori della giunta Pisapia. «Obiettivo delle istituzioni quando viene commesso un reato è avviare un percorso di reinserimento - afferma Marco Granelli (Sicurezza) -. La magistratura di Como faccia ricorso a pene alternative». Pierfrancesco Majorino (Servizi sociali) si allinea e annuncia per sabato una giornata di mobilitazione cittadina sul tema delle carceri affollate: «Chiederemo ai milanesi di donarci libri che porteremo a San Vittore, Opera, Bollate e Beccaria». Il leghista Matteo Salvini invita invece don Colmegna «a fare un altro sciopero della fame per tutte le mamme e le nonne derubate o aggredite ogni giorno dai rom a Milano». E Riccardo De Corato (Fratelli d'Italia) lo avvisa che «quando parla di rom tende spesso a confodersi, ma se la redenzione vale per la donna allora il principio va esteso a tutti i carcerati di San Vittore, mandiamo tutti a casa se si sono pentiti?».

Anche per l'assessore leghista in Provincia Stefano Bolognini «Colmegna ha tutto il diritto di prendersela con la giustizia lenta ma l'impressione è che usi due pesi e due misure. Si preoccupa dei rom e non degli italiani in carcere in attesa di giudizio».

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