(...) ancora accampati nella zona nonostante numerosi sgomberi: i nomadi - fra loro ci sono anche quelli che abitano il campo autorizzato dal Comune di via Chiesa Rossa - prendono soldi e in cambio «smaltiscono» l'immondizia sul ciglio della strada.
Ormai il terreno è talmente inquinato da aver fatto guadagnare all'area il triste titolo di Terra dei Fuochi milanese. Si tratta complessivamente di circa 12 ettari di campi coltivati - i prodotti agroalimentari vengono normalmente commercializzati - contaminati da metalli pesanti, diossine, policlorobifenili, furani e composti genotossici scoperti grazie a due ricerche effettuate recentemente dall'agenzia ambientale europea Ispra. La contaminazione da diossine sarebbe superiore ai limiti di legge di oltre venticinque volte, per questo i terreni sono considerati pericolosi sia per le persone che per gli animali. Finora le indagini della magistratura e le prime condanne non sono riuscite ad arginare il problema. Uno scempio ecologico che si estende fino alle porte di Gratosoglio: il quartiere le Terrazze nel giro di pochi anni è diventato un'immensa discarica abusiva. Così come a Besmetto, lungo l'Alzaia Naviglio Pavese, nel quale i terreni abbandonati sono colmi di ogni genere di rifiuti. Scenario simile a via Romilli, dove i residenti segnalano un campo diventato ormai una «ratteria». Le discariche proseguono in via Chiesa Rossa, non lontano dall'ex Cartiera Binda trasformata in un bellissimo condominio residenziale. Proprio qui c'è il canale nel quale il Lambro meridionale si infila sotto il naviglio: l'immondizia che porta con sè è talmente tanta da accumularsi a ridosso dell'argine, così cattivi odori e degrado sono diventati ordinaria amministrazione. Nella vicina via Dei Missaglia, invece, i sacchi neri destinati ai cassonetti sono abbandonati nelle aiuole. Mentre a pochi passi dalla splendida abbazia di Chiaravalle i nomadi sgomberati sono tornati, e insieme a loro sono ricomparse discariche e degrado. Come in una sorta di fogna a cielo aperto sulla quale la malavita ha già allungato le mani.
E quello dello smaltimento illegale di rifiuti non è l'unico affare su cui il racket si concentra. Una recente indagine pubblicata dal blog Mafie in Lombardia ha svelato la terribile situazione nella quale si trovano i commercianti di Gratosoglio. Dallo studio è emerso che il 62 per cento pagherebbe il pizzo ai clan e che il 12 per cento avrebbe addirittura subito intimidazioni fisiche. Inoltre sembra che la proprietà di sei immobili commerciali su dieci sia riconducibile a persone vicine alla criminalità organizzata. Che, come in altre parti della città, gestisce anche le occupazioni abusive delle case popolari. Succede in particolare allo Stadera e alle Terrazze. La situazione è da allarme rosso fra le vie Neera, Barilli, Palmieri e De Sanctis dove solo pochissime abitazioni sono state assegnate regolarmente. Stessa musica in via Pichi e via Montegani, dove ancora oggi gli appartamenti sono utilizzati per i soggiorni obbligati di alcuni detenuti. Ma la situazione non riguarda solo gli alloggi pubblici: anche in viale Bligny, in particolare al 42, è capitato che un cittadino si assentasse per due giorni e al suo ritorno trovasse qualcun altro che si era sistemato in casa sua.
Michelangelo Bonessa
Daniela Uva
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