Discoteca fuorilegge ma nessuno la chiude

Accertati volumi oltre la norma ma non si trova il responsabile

Discoteca fuorilegge ma nessuno la chiude

Il caos va avanti ogni weekend fino alle cinque del mattino, gli enti pubblici chiamati a controllare hanno verificato puntualmente il bombardamento di decibel fuori controllo, ma non accade nulla per il più semplice e surreale dei motivi: non si riesce a notificare ai titolari il provvedimento che li obbligherebbe a rientrare nei limiti. È questo il racconto delle centinaia di «vittime» della discoteca Set Club di via Massarani, alle spalle di corso Lodi, ritrovo preferito dei giovani latinos e croce degli abitanti dei palazzi circostanti.

Della discoteca di via Massarani le cronache avevano dovuto occuparsi nell'aprile scorso, quando il Tar della Lombardia aveva confermato il provvedimento del questore che aveva inflitto quindici giorni di sospensione della licenza ai gestori del locale. I gestori del Set Club si erano rivolti al Tar, sostenendo di avere investito «ingenti risorse umane e finanziarie per garantire la sicurezza dei propri avventori» grazie a «un rigido e meticoloso servizio d'ordine», ma si erano visti dare torto.

Dalle motivazioni della sentenza si scopriva che all'interno e nei dintorni del locale si erano inanellati negli ultimi tempi ben dieci episodi di violenza, quasi sempre con protagonisti i giovani ospiti del Set: violenze scatenate da rivalità di banda, da questioni di donne, o semplicemente dai fiumi di cerveza . La chiusura temporanea del locale era motivata dal Tar con la necessità di impedire «il protrarsi di una situazione di pericolosità sociale».

Ma la breve chiusura forzata non ha risolto il problema. Dal palazzo di corso Lodi 65, confinante con la discoteca, arriva adesso un grido di dolore: «La situazione è molto compromessa, fino alle 5 del mattino del sabato e della domenica il locale resta aperto con un volume della musica che si percepisce sino al terzo piano. Gli schiamazzi degli avventori vanno avanti fino alle sei». Tutte le richieste di intervento al sindaco, alla polizia locale e alla Procura sono rimaste senza risposta. Unica eccezione l'Arpa, l'azienda regionale per l'ambiente: «Arpa è stata nel mese di febbraio a effettuare una serie di rilevamenti acustici dopo una raccolta di 200 firme presentate alla polizia, con il risultato di aver riscontrato un superamento dei decibel consentiti dalla legge, situazione per cui Arpa dovrà informare anche l'autorità giudiziaria. Peccato che, è stato riferito, la polizia non riesce a consegnare la richiesta di bonifica prevista dalla legge in quanto i titolari non sono rintracciabili all'indirizzo indicato».

La situazione è simile,

nel racconto degli abitanti, a quella che recentemente ha portato alla chiusura dell'Ubi Maior di via Crocifisso: ma il sonno degli abitanti del centro, si domandano in corso Lodi, vale più di quello di chi sta in Corvetto?

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