La dolce spongada pasquale chiude i pasti sul lago d'Iseo

In viaggio da Sarnico al carattersitico borgo di Lovere dove l'Accademia conserva alcune opere di Canova

Roberto Perrone

L'ultimo in ordine di esaltazione è stato il Times: non perdetevi il lago d'Iseo. Meno frequentato degli altri tre grandi laghi del Nord, racchiude, come uno scrigno, diversi tesori perché la ricchezza sta proprio nella diversità. A cominciare dal paesaggio: da Sarnico a Predore troviamo tratti di spiaggia, poi la natura diventa più selvaggia. Anche nella gastronomia si verificano passaggi di gusto. Oggi percorriamo le sponde bergamasche del lago. Il Viaggiatore Goloso affronta questo viaggio con i preziosi suggerimenti di Franz Achilli, amico gourmettaro. Le calorie per partire da «Le delizie di Rebecca» a Sarnico, dal 2000 apprezzata pasticceria: dai croissant alle torte, dai pasticcini ai macaron.

A Villongo l'agriturismo i Videtti, offre ospitalità con le sue tre camere, i suoi prodotti (dall'orto, dal vigneto e dalla stalla) e la sua cucina tradizionale: antipasto al tagliere, casoncelli, coniglio nostrano, stracotto d'asino.

Prendendo la strada lungolago la cucina si sposta sull'acqua, per la materia prima, per la collocazione. Il Gabbiano, a Predore, è il primo ristorante che ci fa accomodare a un metro dall'acqua: tortina di sarda, risotto mare seppie e scampi, filetto di branzino in crosta di patate.

Risalendo il lago troviamo borghi incantevoli come Tavernola Bergamasca. Tra le sue case di pietra c'è (dal 1854) la Pasticceria Zatti, specialità le piccole «sfongade», parenti strette delle «spongade» dolce tipico pasquale, una focaccia dolce che pare una piccola pagnotta cosparsa di zucchero. Veniva anche portata agli ammalati come augurio di pronta guarigione. Fonteno è chiamato il «balcone del lago» per la sua collocazione. La vista spazia dalle acque dell'Iseo all'Adamello. L'hotel ristorante Panoramico, nomen omen, offre tutto questo con una cucina di pesce: bottaggio di mare, gamberoni, branzino, triglia, calamari, scamponi, raviolo di crostacei crema di piselli verdi burro di maggiorana. Molto lago da Zù a Riva di Solto, che, come testimoniano le foto in bianco e nero, si è evoluto da bar-trattoria a ristorante che curato e attento alla tradizione lacustre: zuppetta calda di lago con pomodoro costoluto, aromatizzata allo zenzero; carpaccio di salmerino; agoni, cavedano e lavarello essiccati alla griglia con polenta e olio al prezzemolo. Poco Oltre Riva ecco l'Orrido del Bogn, uno degli scorci naturalistici più spettacolari del lago d'Iseo. Le rocce verticali si tuffano nel profondo del lago e una piccola spiaggetta sotto le pareti a picco, attrae molti turisti durante i mesi estivi.

Lovere, nell'alto Iseo, è uno dei borghi più belli d'Italia. Da visitare, senz'altro, solo per girare tra i vicoli e le stradine e per le sue ricchezze artistiche come l'Accademia di Belle Arti Tadini, al cui interno troviamo alcune opere di Antonio Canova: il raro bozzetto in terracotta della Religione e la Stele Tadini, tra le ultime opere del grande scultore.

Santa Maria in Valvendra è la chiesa più grande della diocesi di Brescia. Sorge all'estremità nord del borgo. Fu voluta come santuario votivo dedicato Vergine delle Grazie dalle famiglie del Borgo, che si erano arricchite con il commercio del noto panno di Lovere. Per la costruzione fu necessario deviare il torrente Valvendra. L'esterno presenta una facciata spoglia, con il portale classicheggiante realizzato dallo scultore milanese Damiano Benzoni nel 1519. La navata centrale è stata interamente affrescata dal pittore bresciano Floriano Ferramola. Le navate laterali, a volte a crociera, presentano finte architetture che accolgono figure di Profeti e Sibille, realizzate nel 1594. La pala, sullo sfondo, raffigura l'Assunta ed è opera del pittore Tommaso Bona. Il coro ligneo cinquecentesco è di Clemente Zamara.

Saliamo infine sull'altopiano di Bossico per scoprire la formaggetta nota appunto come Bossico, di origine antica, che qui si produce: a pasta semicotta, è preparata con latte intero di vacche di razza Bruno Alpina, sottoposta a salatura a secco e a stagionatura media di sessanta giorni.

Di forma cilindrica ha peso medio di 1,8, chili, diametro intorno ai 18-22 centimetri e uno scalzo di 5-8 centimetri. Il sapore delicato e caratteristico è derivato dagli aromi del foraggio di cui sono alimentate le vacche. Con l'invecchiamento acquista un gusto più robusto.

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