Cronaca locale

Il dolore della vedova Custra dopo lo schiaffo di Pisapia: "Errore l'incarico a Azzolini"

La vedova Custra contro il sindaco: "Loro si riprendono vita e diritti e io son sempre qui, con l’amaro in bocca". E spiega: "Non si può fare tutto in nome dell'oblio"

Il dolore della vedova Custra dopo lo schiaffo di Pisapia: "Errore l'incarico a Azzolini"

E' una vera e propria bufera quella che si sta abbattendo in questi giorni su Palazzo Marino. Una bufera che ha scatenato l'indignazione dei milanesi e dell'opinione pubblica. Il sindaco Giuliano Pisapia difende a spada tratta la decisione di nominare Maurizio Azzollini, condannato per coinvolgimento nell’omicidio del vicebrigadiere Antonio Custra nel 1977, a capo gabinetto del vicesindaco di Milano. Sono in molto però che, dopo i primi mal di pancia, adesso fanno sentire il proprio disappunto. A iniziare da Anna Sito, vedova del vicebrigadiere che perse la vita negli scontri in via De Amicis nel 1977. Una ferita che non si è ancora rimarginata come conferma al Giornale la vedova del vicebrigadiere. 

Ma non ci sarà alcun gesto di riconciliazione. Non ci sarà perdono, sebbene sia stato lo stesso Azzollini a richiederlo. Al Corriere della Sera, il nuovo capo di gabinetto del vicesindaco spiega che è nelle sue intenzioni restituire qualcosa attraverso il proprio impegno in Comune: "È quel che ho cercato di fare scegliendo di lavorare nella pubblica amministrazione occupandomi di sociale". E ancora: "Ho pagato tutto il mio debito con la giustizia. Dopo una prima scarcerazione per l’assoluzione nel processo di appello, ho deciso di non fuggire, ma di presentarmi al nuovo processo ordinato dalla Cassazione". Ma tutto questo, alla vedova Custra, non interessa. Lei, i conti col proprio passato, deve farli ogni giorno. Il danno fatto non può essere riparato. E il perdono è un gesto dell'altro mondo.

"È arrivato il tempo che ognuno faccia i conti con la propria coscienza, da solo - ha concluso la donna - solo la giustizia divina potrà dire chi ha torto e chi ha ragione, da quella terrena non mi aspetto più niente".

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