Don Lisander in Rete, nasce l'archivio digitale dell'opera completa

Il portale web inaugurato a Brera, presente il ministro. Carte, libri, edizioni e strumenti

Don Lisander in Rete, nasce l'archivio digitale dell'opera completa

Faceva le orecchie ai libri, sottolineava con le unghie e, in alcune postille, pare interessato anche alla lingua cinese. La risciacquatura dei panni in Arno non gli era bastata? Ecco Alessandro Manzoni, così come ci viene svelato dal nuovo portale «Manzoni on line» che sta per regalare a studiosi ed appassionati la fotografia più completa dell'autore de I promessi sposi. I sui «25 lettori» potranno crescere ancora, grazie all'impresa che, dal 2017 ad oggi, ha portato alla digitalizzazione di tutto il corpus delle sue opere. Ci sono i 300 manoscritti conservati alla Braidense su cui si sono basate fino ad oggi le varie edizioni critiche, ci sono i carteggi, ci sono le note con cui chiosava ogni sua lettura e ci sono, soprattutto le sue due biblioteche, con l'elenco completo dei titoli che Manzoni aveva a disposizione, sia nella casa di via Morone, sia nella villa di Brusuglio. Una biblioteca di oltre 5mila volumi, enorme se si pensa che quella di Giacomo Leopardi arrivava sì a 12 mila titoli, ma che ad iniziarla fu il padre Monaldo.

Il progetto, che sarà completamente on line dal 2020, su www.alessandromanzoni.org è frutto della collaborazione della biblioteca nazionale braidense, sotto l'egida di Maria Goffredo, responsabile del Fondo manzoniano e delle università di Parma con Giulia Raboni, docente di filologia italiana a far da capocordata dei colleghi della Statale di Milano, Bologna, Pavia e Losanna. Il portale nasce, dopo anni di speranze, bandi e attese, grazie a due Prin progetti di ricerca di interesse nazionale, finanziati da Miur e MiBac che, insieme, hanno messo sul piatto 400 mila euro. «Le digital humanities sono la sfida del futuro», ha spiegato Alberto Bonisoli, ministro della Cultura. Fino ad oggi la storia dell'archivistica, anche moderna, racconta, invece, di progetti anche bellissimi che dopo pochi anni invecchiano. «L'obiettivo, spiega Raboni si chiama portabilità». E cioè, la trasmissione del sapere, grazie alle più moderne tecnologie. «Manzoni in ogni sua lettura ingaggiava una battaglia corpo a corpo con i suoi libri», racconta Mauro Novelli della Statale, «I nostri ragazzi hanno lavorato su questi tomi che, dagli scaffali delle sue case, sembravano attendere ancora il loro generale». Il portale ha il pregio di ricollocare Manzoni al centro della cultura europea della sua epoca e del dibattito culturale dell'ottocento: «Il senso della giustizia, della responsabilità personale, il coraggio di combattere i soprusi - aggiunge Raboni - sono il tratto ancora attualissimo della sua opera se pensiamo che Renzo, riparando a Bergamo fu rifugiato e poi migrante economico».

Eppure Manzoni non sembra aver avuto la stessa fortuna di altri big: colpa di una didattica che lo ha spesso appiattito «E anche - proseguono gli studiosi - della difficoltà di rendere in traduzione la leggerezza, la profondità e l'ironia della sua lingua». Proprio sulle traduzioni di Manzoni nel mondo si concentrerà, poi, un nuovo progetto già finanziato dal Ministero e che prenderà il via dal 2020.

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