Donne a lezione dai «ghisa» per imparare le arti marziali

Donne a lezione dai «ghisa» per imparare le arti marziali

I vecchi giocatori di biliardo invitavano sempre il neofita al famoso «calma e gesso», nel senso di gessetto da dare alla punta della stecca prima di tirare. E tenere i nervi a posto, sembra essere anche il principio del corso di autodifesa del Comune rivolto alle donne che, in quanto soggetti deboli, sono le più esposte alle aggressioni. Spesso di natura sessuale. «Effettivamente può servire ad aumentare l'autocontrollo e quindi avere qualche probabilità di uscire indenni da certe brutte situazioni» commenta Paola Ghirardelli, avvocato specialista nei risvolti giuridici insiti nella legittima difesa, ma anche istruttrice di arti marziali.
E per dare una mano alle donne a sentirsi più sicure, il Comune organizza per il terzo anno consecutivo i corsi gratuiti di autodifesa in rosa, tenuti da insegnanti di arti marziali della Polizia locale. Iscrizioni aperte in questi giorni, inizio ad aprile, dodici lezioni in sei settimane, mercoledì e venerdì dalle 18.30 alle 20. Dal 2012 il corso ha «laureato» 260 donne, soprattutto nella fascia 40-50 anni, anche se non sono mancate giovanissime e signore di una certa età. Sei settimane a imparare torsioni e leve, colpi proibiti tirati con calci, gomiti, mani e quant'altro a disposizione. Ma soprattutto a tenere i nervi calmi perché la prima regola delle difesa è la prevenzione.
Via dunque a un breve decalogo in cui si spiega a evitare situazioni a rischio, alcolici e «sostanze», a tenere sempre una distanza di sicurezza dall'interlocutore. E ancora: non supporre di prevedere le reazioni dell'avversario, mantenere l'autocontrollo e quando possibile chiedere aiuto.
«Adesso dovrei vedere esattamente come e da chi vengono organizzati questi corsi, ma le premesse mi sembrano buone» spiega Paola Ghirardelli, avvocato autrice di «Legittima difesa. Come e quando difendersi nel rispetto della legge». Ma soprattutto istruttrice qualificata di Krav Maga, una forma di combattimento a mani nude, o con armi «improvvisate», studiato dall'esercito israeliano. Nato a metà del secolo scorso negli ultimi anni ha avuto una vera esplosione. «In effetti - spiega Ghirardelli - è una tecnica molto semplice ed efficace da assimilare nel giro di due o tre anni. Non è propriamente un'arte marziale come il judo o karatè, perché non ha uno stile, ma insegna poche ed essenziali mosse per difendersi da avversari anche armati. Facendo soprattutto leva sull'aspetto psicologico». Cioè l'autostima e il controllo. Chi perde la testa ha buone possibilità di soccombere.

«Mentre una ragazza un po' timida può imparare che è possibile difendersi da un uomo o quanto meno disorientarlo per riuscire a guadagnare la fuga. E salvarsi da una situazione molto spiacevole. Basta tenere i nervi saldi». Una parola.

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