Donne protagoniste del No «Riforma contro i lombardi»

Le prime linee del centrodestra alleate per il 4 dicembre «La Costituzione di Renzi minaccia le autonomie»

Paola Fucilieri

«Quello che le donne non dicoNO» in realtà lo hanno esternato con interventi misurati ma decisi ieri a un lunch organizzato al Bianca Maria Palace hotel - dall'assessore regionale alla Sicurezza, protezione civile e immigrazione Simona Bordonali, dalla coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini e da Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio, urbanistica, difesa del suolo e città metropolitana.

In attesa dell'ospite d'onore - Matteo Salvini europarlamentare e segretario federale della Lega Nord - le signore hanno parlato tra loro, insieme al giornalista Magdi Cristiano Allam, Daniela Javarone e Cesare Cadeo, delle ragioni che le porteranno a votare «no» al referendum costituzionale. All'arrivo della deputata di Forza Italia Daniela Santanché, del deputato leghista Giancarlo Giorgetti, della consigliera azzurra Silvia Sardone e dell'esponente di Fratelli d'Italia Paola Frassinetti - mentre tutti attendevano con ansia il risotto con carciofi e Castelmagno, piatto unico dell'incontro - le nostre politiche di punta si sono alternate in una serie di interventi.

Bordonali ha ricordato che i lombardi hanno un motivo in più per votare «no» perché se vincesse il «sì», «perderemmo tutta la nostra regione, considerata un'eccellenza in particolare nella sanità e nella tutela dell'ambiente».

Sardone ha piacevolmente ricordato che la vittoria del «no» «darebbe una bella spallata a Matteo Renzi e alla sua politica», mentre Santanché - con una vistosa collana fatta di spille con la scritta «no» che non l'hanno certamente fatta passare inosservata, ha dichiarato che «la riforma di Renzi è costruita sulle bugie» ricordando anche che «il presidente del consiglio è il terzo nella storia della Repubblica non votato dai cittadini».

«Se vincerà il si chi verrà eletto non saprà nulla del territorio che dovrà governare» ha specificato Frassinetti mentre Gelmini ha ricordato che Forza Italia ha sempre voluto cambiare e riformare «ma quella del governo rischia di essere una controriforma che creerà maggiore disoccupazione, un aumento delle tasse e del gettito fiscale».

«Se siete qui è evidente che siete già convinte di votare no, ma noi politici abbiamo davanti due settimane di campagna elettorale per spiegare cosa significa fare questa scelta - ha esordito Beccalossi -. Credo però sia importante che anche voi, tutte le donne, che vivono la loro quotidianità incontrando altre donne al lavoro, al mercato, abbiano la possibilità di convincerle a votare «no» e di andare alle urne, altrimenti si fa il gioco di Renzi. Non c'è il quorum e basta un voto in più per aggiudicarsi la vittoria».

Uno scroscio di applausi all'arrivo di Salvini, accompagnato dal fedelissimo Stefano Bolognini, vicesegretario provinciale della Lega Nord.

Un po' arruffato e stanco, il leader del Carroccio ha voluto essere breve. «Quello che abbiamo fatto ha del miracoloso. La sinistra aveva i soldi e ha mandato lettere a tutta l'Italia per votare si. Manca ancora un pezzettino al traguardo. La gente ha voglia di proposte reali, non di sentirsi dare lezioni dall'alto, dai rieducatori di professione: ormai lo scontro è tra il vecchio e il nuovo.

Mi tengo ben stretto perciò la gente che ho appena incontrato al mercato di via Ettore Ponti: la barista, il meccanico e l'imprenditore del settore del mobile. Che si chiede quando finiranno le sanzioni contro la Russia».

Poi via al risotto per tutti.

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