Amanti segrete, miliardarie, sovversive e ispiratrici dei più grandi intellettuali dell'epoca. Sono i molti volti delle donne milanesi della prima metà dell'Ottocento che emergono dalla loro corrispondenza privata. L'altra faccia della luna del Risorgimento al femminile è esplorata per la prima volta nel volume «Gli archivi delle donne. 1814-1859», curato da due studiose dell'Università Statale Maria Canella e Paola Zocchi, e basato interamente sulla documentazione manoscritta delle biblioteche milanesi.
In tutto 17.553 nomi, da Giuseppina Strepponi, seconda moglie di Giuseppe Verdi, alla contessa Teresa Casati Confalonieri, oltre a tante figure femminili rimaste nell'ombra della storia ma ugualmente significative per comprendere come si viveva nella Milano del primo Ottocento.
A emergere dal Fondo sui Processi politici è l'abilità delle donne milanesi nel ruolo di sovversive, con un'astuzia di gran lunga superiore rispetto ai famosi grandi del Risorgimento come Silvio Pellico e Federico Confalonieri.
I «Carbonari», messi alle strette durante gli interrogatori, per la loro inesperienza finirono per spiattellare tutto mettendo nei guai anche i loro compagni.
Le «Giardiniere», cioè le donne che partecipavano ai moti risorgimentali, una volta arrestate riuscirono invece a gestire al meglio la situazione, mantenendo il sangue freddo e tacendo di fronte alle guardie asburgiche e nei processi pubblici. Come spesso accade in tempi di effervescenza politica, il Risorgimento milanese fu anche un'epoca di grande libertà nei rapporti sentimentali.
Ne è un emblema la corrispondenza tra Clara Maffei, moglie di Andrea Maffei, e il famoso giornalista milanese Carlo Tenca.
Tra i due si instaurò una grande passione, vissuta pubblicamente e all'insegna di una profonda intesa intellettuale. Anche in questo caso, come spesso avvenne nella prima metà dell'Ottocento, la donna si dimostrò la vera protagonista, in grado di ispirare le scelte politiche di mariti, compagni e figli, spingendoli ad assumere un ruolo nella ribellione contro il dominio asburgico.
Come rivela Maria Canella, «letterate, poetesse, nobildonne ed eroine dell'Ottocento quali Teresa Casati Confalonieri, Costanza Trotti Arconati, Laura Solera Mantegazza, lady Sidney Owenson Morgan e Cristina Trivulzio di Belgiojoso svolsero un ruolo fondamentale nei confronti dei grandi intellettuali dell'epoca.
Merito soprattutto della rete internazionale di conoscenze e del tempo che le donne, meno impegnate nella vita lavorativa, avevano per coltivare e approfondire legami, tematiche e riflessioni che poi diventavano di stimolo per i loro compagni».
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