Una «dote unica» di 48 milioni per chi cerca lavoroFormazione

Una «dote unica» di 48 milioni per chi cerca lavoroFormazione

Si chiama «Dote Unica Lavoro», è finanziata da Regione Lombardia con 48 milioni di euro e coinvolgerà, a partire da settembre, almeno 38.000 cittadini. L'iniziativa - presentata con lo slogan «Occupati in Lombardia!» - è stata illustrata dall'assessore regionale all'Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea. Tra le novità rispetto al passato, il superamento della frammentazione degli interventi con uno strumento unitario.
Ad ogni persona la «Dote» offre potenziale accesso diretto a servizi qualificati di formazione e lavoro, in qualunque momento della sua vita attiva e, per le imprese che assumeranno i beneficiari di questo strumento, sono previsti incentivi. Dote Unica Lavoro individua quattro distinte fasce d'intensità di aiuto, in base alle difficoltà occupazionali delle persone. A ogni fascia corrisponde una dote di valore proporzionato all'esigenza lavorativa. Possono usufruire della dote unica i lavoratori disoccupati, occupati, le persone in ingresso nel mercato del lavoro, non immediatamente occupabili e ad alto rischio di esclusione sociale.
L'intensità di aiuto rispetta i dati statistici sul mercato del lavoro, che evidenziano come la difficoltà di collocazione sia correlata principalmente al tempo trascorso in assenza di attività lavorativa. Inoltre i giovani, gli over 55 e le donne over 35 presentano tassi di reimpiego sensibilmente inferiori alla media. E le probabilità di reimpiego sono minori in presenza di titoli di studio bassi.
Alla «Dote» si accede attraverso gli operatori accreditati dalla Regione per la fruizione di servizi: questi operatori saranno valutati sulla base dei risultati e, in funzione del successo raggiunto, potranno prendere in carico ulteriori persone.

I servizi finanziabili con la «Dote» sono: accoglienza, orientamento, consolidamento delle competenze, accompagnamento a esperienze in ambienti lavorativi, avvio al lavoro.
«Rilanciamo il sistema lombardo della «dote» di erogazione delle risorse per i servizi al lavoro, accentuando i principi di centralità della persona, libertà di scelta e semplificazione» ha spiegato Aprea.

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