Il dramma Ieri sera in corso Sempione

Si è dato fuoco davanti alla sede Rai di corso Sempione. Senza esitazione ha preso una tanica di benzina, se l'è gettata addosso ed ha acceso un fiammifero. Frediano Manzi, presidente dell'associazione anti usura Sos Racket, ha compiuto il suo ennesimo atto di protesta. «Lo faccio per portare l'attenzione delle istituzioni su tutte le vittime dell'usura» ha scritto in una lettera consegnata poco prima alla Rai ed ora in mano ai Carabinieri. Il primo a soccorrerlo, poco dopo le 20,30, è stato il conducente del tram della linea 1, che passa a pochi metri dall'ingresso della Rai. «Ho visto le fiamme e istintivamente mi sono fermato. Poi ho capito che era un uomo e sono sceso con l'estintore e ho spento il fuoco che lo avvolgeva». «Ho visto quell'uomo gridare in mezzo alle fiamme», ha detto una donna che stava portando a passeggio il cane e ha visto tutta la scena. La squadra del 118 ha fatto il resto, prestando i primi soccorsi in ambulanza. Manzi è stato poi trasportato all'ospedale Niguarda, con gravi ustioni a volto, gambe e braccia. Ora è sotto stretta osservazione in codice rosso.
Non è la prima volta che Manzi tenta il suicidio. L'ultimo episodio risale a un mese fa quando l'uomo si tagliò le vene nel suo appartamento. A soccorrerlo furono in Carabinieri. «Per la 'ndrangheta sono un morto che cammina» aveva denunciato l'uomo, ammettendo di essere in gravi difficoltà economiche dopo aver chiuso due attività commerciali. Manzi grazie alle sue denunce ha permesso alla magistratura di aprire inchieste importanti sul fronte della criminalità organizzata. Ad agosto Manzi era scomparso, ma prima di far perdere le sue tracce, aveva recapitato un video al presidente di Sos Italia Libera, Paolo Bocedi, con una sorta di testamento. In passato era salito per protesta su una torre di Garbagnate milanese con due imprenditori ai quali avevano rifiutato l'accesso al fondo per le vittime dell'usura. Lo scorso ottobre Manzi ha patteggiato un anno e 8 mesi dopo aver confessato di aver commissionato, per 1.

200 euro, a un pregiudicato un finto attentato al suo chiosco di fiori, facendolo passare per un'intimidazione. E infine la denuncia dello scorso marzo: «Sono stato gambizzato». Ma anche in quel caso i sospetti sulla verità del racconto erano stati parecchi.

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