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«Droga e violenza sulle donne Così ne parliamo ai ragazzi»

Il ruolo dei carabinieri nelle scuole e il dialogo con i più giovani «Le segnalazioni di lite domestica? È bene approfondire sempre»

Cani e ragazzi. Non è una novità che il binomio è tra i più utilizzati ed efficaci dalle forze dell'ordine per approcciare le scuole. Da una parte i «cuccioloni» delle unità cinofile portano i giovani ad avvicinarsi senza filtri agli uomini in divisa, a fidarsi, a instaurare un dialogo tra persone che all'apparenza possono sembrare tanto diverse, tra una carezza agli animali, qualche domanda curiosa e risposte inaspettate e interessanti. Dall'altra, chi si trova a impartire lezioni di legalità agli studenti delle medie e delle superiori, come accade per i carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni - sei stazioni (Cinisello Balsamo, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Vimodrone e la tenenza di Cologno Monzese) competenti su un territorio di 49 chilometri quadrati dove vivono 286mila persone tra cui circa 50mila stranieri regolari con una densità di 5mila abitanti per chilometro quadrato - non ha vita facile e sa bene di non potersela cavare con un diversivo a quattro zampe. Certo però può almeno attutire qualche spigolo da parte di chi, tra i ragazzi, vede coloro che per lavoro ci proteggono solo come qualcuno con una buona propensione alla «predica» fine a se stessa.LE SCUOLE E LA DROGA«Se sono informati i ragazzi sono anche padroni di decidere. Quando parliamo di stupefacenti, tanto per fare un esempio, non ci limitiamo a parlare degli effetti, ovviamente deleteri, delle droghe sulla salute. Spieghiamo che la cessione è un reato penale. E che l'assunzione comporta una sanzione e, in particolare, una segnalazione che può diventare preclusiva qualora si tenti di trovare lavoro».Cosimo Vizzino, 32 anni, sposato, una figlia, salentino di origini, è da metà settembre il comandante della compagnia di Sesto, dopo l'accademia di Modena e la scuola ufficiali di Roma, ha comandato le compagnie di intervento operativo al terzo battaglione Lombardia, quindi il nucleo operativo radiomobile di Agrigento, la compagnia di Randazzo (Catania) e ha trascorso un anno dalle sue parti, all'ufficio comando del comando provinciale di Lecce. Insieme al tenente Filiberto Rosano - 38enne di Formia, comanda il nucleo operativo della compagnia di Sesto dal 2014 - il capitano Vizzino tiene le fila di un'area dove non emergono criticità particolari: i «numeri» sui furti in casa, scippi e borseggi non dicono nulla di diverso da quelli di tante altre aree intorno a Milano; anche gli insediamenti rom più imponenti (pensiamo all'area dismessa delle acciaierie Falck, ndr) sono stati sgomberati. Un territorio dove però l'esplosione demografica, con il conseguente sviluppo di quartieri dormitorio, ha modificato parecchio la conformazione dei centri abitati e quindi dato anche un volto differente alla criminalità. Insomma: se i reati hanno un andamento calante, è pur vero che c'è molto da fare. «A Sesto non esiste centro storico - spiega Vizzino -. La cittadina è composta da agglomerati urbani che si sono piano piano ingranditi. E dove il 18 per cento degli abitanti sono stranieri, perlopiù romeni, seguiti da egiziani e peruviani. Va detto che dalla gente ci arrivano molte segnalazioni, soprattutto in merito allo spaccio; indicazioni che ci permettono di acquisire elementi investigativi e valutare le priorità. Dall'inizio del 2015 abbiamo arrestato oltre 70 pusher, sia stranieri che italiani, che vendono droghe pesanti, dall'hashish, alla cocaina, alla marijuana (molto meno l'eroina), mentre resta stabile, pressoché bassissimo, l'utilizzo di droghe sintetiche».E tornando ai ragazzi? Come vincete la loro diffidenza?«Fondamentale in questo senso è il ruolo dei comandanti di stazione che conoscono le persone, hanno un contatto diretto con le problematiche e spesso fungono da confessionale per molti genitori preoccupati per i loro figli - prosegue Vizzino -. Così veniamo a conoscenza di quelle che sono le figure più deboli. E, a sorpresa, sono proprio i ragazzi, dopo un inizio un po' stentato, a porci domande. E a sviscerare tutte le problematiche connesse alla loro età, come il bullismo e la violenza in genere, anche quella sulle donne. Un ragazzino di terza media mi ha chiesto: Ma perché i delinquenti girano in Porsche e voi sempre in Punto?. Risposi che la differenza non la fa la macchina, chi corre di più, ma il coraggio, le motivazioni forti: la prontezza disarma i criminali molto più delle armi e anche la fortuna gioca un suo ruolo».LE VIOLENZE IN CASAL'idea dell'uniforme amica, però, non è sempre facile da far passare...«Per questo ribadisco che i comandanti di stazione sono figure di riferimento per poter dialogare correttamente con le vittime. Un esempio su tutti? Le donne. Che spesso non denunciano il compagno o il marito che le picchia tra le mura domestiche per pudore e imbarazzo, per tutelare il decoro della famiglia. I comandanti di stazione si sforzano sempre di verificare e approfondire e vanno oltre la presentazione di una denuncia formale. C'è la possibilità d'intervenire prima della denuncia, con un ammonimento da parte del questore o una richiesta di allontanamento, cercando poi di condurre per mano la vittima, portandola via via a cambiare le proprie abitudini di vita che altrimenti ne limiterebbero la libertà. Quindi ci sono i contatti con i centri antiviolenza e gli ospedali che andiamo a verificare. I vicini? Sì, anche se poi dovessimo scoprire che si tratta di liti banali li esortiamo a segnalarci situazioni famigliari critiche».MISS SVEZIAIn questo senso i condomini hanno avuto un ruolo-chiave nella vicenda della miss svedese sequestrata e violentata per sei mesi a Cinisello Balsamo e il cui aguzzino, Claudio Rossetto, è stato arrestato nel marzo scorso. Il 42enne aveva attirato la ragazza in casa con un inganno. Non era la prima volta: nel 2008 aveva sequestrato una ragazza per nove ore ed era stato condannato a quattro anni di reclusione. E così, alla fine del 2014, aveva nuovamente rapito, picchiato e violentato, nel suo appartamento di Cinisello e per ben sei mesi, una modella svedese di 23 anni contattata su Facebook dopo che si era spacciato per agente di moda. La ragazza, arrivata in Italia dopo aver partecipato a miss Svezia, aveva abboccato alle proposte del 42enne che le aveva promesso servizi fotografici e sulle passerelle, quindi l'aveva corteggiata e convinta a seguirla nel suo appartamento.«I vicini hanno segnalato una lite in famiglia e noi siamo corsi lì - conclude Vizzino -.

È venuta ad aprirci la madre dell'arrestato che si è data un gran daffare per convincerci che tutto era a posto e che il figlio era uscito con la fidanzata. Abbiamo trovato la coppia in un sottoscala. Con l'uomo che ci assicurava che si stavano per sposare mentre intimava alla ragazza, che aveva il volto pietrificato, di non parlare...».

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