Polemica agostana a colpi di social network tra il neo segretario della Lega Nord Roberto Maroni e il governatore Roberto Formigoni che non ci sta a essere accusato di plagio dopo l'intervista al Giornale di domenica con cui ha lanciato la sua proposta di una macro regione del Nord. Una grande alleanza tra governatori, una federazione o addirittura un'unico grande territorio in grado di competere con i colossi tedeschi ed europei e rilanciare l'economia del Paese che dice essere ormai ferma da quattro anni. Soprattutto per colpa della palla al piede di un Sud che starebbe all'Italia come la disastrata Grecia all'Europa.
Temi evidentemente parecchio leghisti e un paragone che ha immediatamente solleticato la suscettibilità del Carroccio che già ieri, infatti, reagiva con l'entrata a piedi uniti di Maroni che nel suo profilo Facebook catechizzava i militanti rassicurandoli che il marchio nordista e la proprietà intellettuale dei progetti secessionisti rimarranno saldamente nelle mani della Lega. Perché le elezioni (di certo quelle nazionali e magari anche le regionali) ormai si avvicinano e una Lega reduce da una devastante emorragia di voti dopo la saga della Bossi family, sui temi classici dell'universo padano è davvero poco disposta a lasciare spazio alle scorribande altrui. «In un'intervista Formigoni sottoscrive il progetto leghista di macroregione del Nord lanciato da Miglio 20 anni fa - il ruvido altolà di Maroni - Bene, anzi ottimo. Ma io non credo ai ravvedimenti improvvisi, e poi diffido sempre dei proclami agostani. Chi condivide le battaglie della Lega è benvenuto, ma non mi interessa salvare la cadrega a qualche ex di turno. Noi ci affidiamo alla forza delle nostre idee, ai nostri giovani e ai nostri meravigliosi militanti. Prima il Nord».
Immediata la replica di Formigoni che a Maroni risponde di non essere interessato «a vecchie strade secessioniste o di partito bocciate dalla storia». Sulla macroregione, però, il presidente della Lombardia non arretra. «La macroregione che la Lombardia sta per promuovere è un progetto nuovo, istituzionale, di fortissima autonomia nel quadro di un'Italia finalmente federale - assicura - La nostra proposta è pronta: a settembre la illustrerò ai colleghi governatori». Non solo. «Assieme a chi ci sta - aggiunge - metteremo in comune competenze e buone pratiche che ci renderanno più forti in Europa e più competitivi nel mondo. E il Governo sarà chiamato a rispettare l'articolo 116 della Costituzione che ci attribuisce nuovi forti poteri. Non è obbligatorio per nessun partito dire di sì, anzi. Questa volta la spinta ci verrà dalla gente».
Ma la capogruppo di Sel Chiara Cremonesi parla di un «c'eravamo tanto amati». E chiede elezioni anticipate perché «siamo di fronte a una maggioranza sull'orlo di una crisi di nervi.
Duello Formigoni-Lega «Le mie macro regioni? Non è una secessione»
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