In Duomo tremila chierichetti Scola: «Sono il vostro nonno»

In Duomo tremila chierichetti Scola: «Sono il vostro nonno»

I «piccoli» sono andati al Duomo ieri. Tutta festante di bianco la Cattedrale, grazie alle migliaia di chierichetti che nel pomeriggio hanno assistito alla messa celebrata dall’arcivescovo, il cardinale Angelo Scola, in occasione del commovente meeting diocesano. Nella loro classica divisa bianca e rossa, ragazze e ragazzi tra i dieci e i sedici anni hanno riempito di freschezza un rito, a cui Scola ha dato il sapore di una iniziazione. Più di tremila giovani che servono nelle parrocchie milanesi hanno ascoltato l’arcivescovo mentre parlava loro come «un nonno».
«Non c’è cosa più bella dell’amicizia di Gesù - ha ricordato il cardinale - perché non viene mai meno nel corso della vita. Per questo bisogna tenere il cuore aperto alla chiamata di vocazione che lo spirito di Cristo risorto farà a tempo debito a ciascuno di voi». Il primo grande passo è quello di essere sempre pronti «a seguirlo, dapprima per diventare bravi cristiani. Mano a mano che passano gli anni - ha aggiunto l’arcivescovo - lo Spirito manda tanti segni particolari per farci capire come possiamo vivere la nostra vocazione».
Una vocazione forte e sottile, gioiosa ma molto complessa soprattutto in questi tempi in cui sulla sacralità del nostro essere interiore pesa un mondo frastornante e confusionario. Il cardinale ha ricordato che ci sono «due strade fondamentali. Quella del matrimonio cristiano e anche, per taluni, la possibilità di consacrare totalmente la propria persona al Signore in modi differenti per le ragazze e per i ragazzi».
Il silenzio in Duomo era contemplativo e ha elevato la suggestione infantile di questo giorno dedicato a coloro che Gesù prediligeva. «Vorrei lasciarvi con un invito.

Se qualcuno di voi sente una particolare inclinazione a dedicarsi a Dio, se è una ragazza attraverso la consacrazione nelle varie forme e se è un ragazzo attraverso la consacrazione o magari la chiamata al sacerdozio ordinato, allora deve prendere sul serio questa inclinazione. Non importa quale sia l’età, può essere anche molto piccolo. Deve parlarne con il sacerdote, la suora, il papà, la mamma solo per capirne meglio il significato. Mi raccomando di non trascurare questa cosa».

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