E così, dopo le stangate di polizia e carabinieri ai ristoratori, adesso arriva anche il bilancio dei vigili e quindi del Comune, come annuncia la vice sindaco Anna Scavuzzo. Numeri e cifre «punitive» di tutto rispetto anche quelle dell'Annonaria della polizia locale che ha sanzionato 58 persone tra titolari di ristoranti e clienti (400 euro a persona per un totale di 23mila e 200 euro, anche se vale la riduzione del 30% come per le multe pagate entro 5 giorni) e chiuso quattro ristoranti per cinque giorni. È solo l'inizio? Come risponderanno i ristoratori - continuando imperterriti nella loro protesta o adeguandosi - resta ancora da vedere. Dal punto di vista della legge, il j'accuse resta rigorosamente lo stesso, ovvero l'aver disatteso le norme di contenimento del Covid-19. Un atteggiamento che, negli ultimi giorni - complice anche l'effervescenza creata la settimana scorsa dall'iniziativa #IoApro1501 e tutte i suoi successivi rivoli di protesta, comprese le manifestazioni pubbliche hanno convinto molti gestori e proprietari di ristorante a tenere aperto nonostante i divieti e accogliendo i clienti come si faceva fino a un anno fa, cioè senza osservare particolari precauzioni ora imprescindibili.
L'ultimo intervento in ordine temporale della Locale è di giovedì e ha riguardato un ristorante in via Ludovico da Viadana (zona Missori-Porta Romana) dentro il quale ai tavoli si erano raccolte allegramente 18 persone per consumare il pranzo.
Altri 21 clienti sono stati invece sanzionati mercoledì sera mentre cenavano seduti ai tavoli di un ristorante a Brera, in Largo La Foppa, ristorante che pure è poi stato poi chiuso per cinque giorni. La medesima sorte è stata riservata a un chiosco in viale Brianza, dove martedì sono stati multati due clienti seduti per la consumazione e il titolare, e a un pub in via Cesare da Sesto (zona viale Papiniano, piazza Sant'Agostino) dove domenica sera sono stati sanzionati in 16 per somministrazione e consumo sul posto.
«Siamo assolutamente consapevoli del momento di difficoltà che sta vivendo la categoria dei ristoratori in questi mesi - ci ha tenuto a far sapere da Palazzo Marino Anna Scavuzzo, vicesindaco e assessore alla Sicurezza-, ma non rispettare le norme in vigore mette in difficoltà ancora maggiori tutti quei ristoratori e commercianti onesti che invece si attengono alle regole».
In effetti il segnale dell'Amministrazione comunale nei confronti di chi viola le regole del Dpcm anti assembramento è molto chiaro e va in una direzione unica: se l'intenzione è quella di continuare a trasgredire il conto può rivelarsi salato assai. In particolare per i titolari dei locali che, qualora fossero recidivi, non solo finirebbero nel penale, ma rischierebbero di dover tenere la saracinesca abbassata anche per un mese, senza asporto e delivery.
In gioco ci sono molte imprese e tantissimi posti di lavoro.
C'è chi ha riaperto e spera nell'effetto dei vaccini, chi ancora è alle prese con l'organizzazione del lavoro, mentre molti hanno investito credono a tal punto nel delivery e nell'asporto che si sono inventati iniziative fantasiose e lodevoli come pranzi luculliani portati fino a casa con tovaglie di fiandra e argenterie. Ma l'ottimismo quanto durerà?
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