AirBnb offre casa ai migranti. O meglio, la comunità che generalmente affitta l'alloggio intero ai turisti può metterlo a disposizione gratis, per un tempo a piacere, a rifugiati che abbiano già ottenuto il riconoscimento dello status. AirBnb ha creato una piattaforma apposita che si chiama «Open Homes», «si può iscrivere anche chi non ha mai utilizzato il nostro sito per fare business» ha precisato ieri la portavoce Federica Calcaterra, l'obiettivo a livello mondiale è di «ospitare centomila profughi in cinque anni» e la garanzia di sicurezza per chi aderisce viene data dalle due associazioni scelte come partner, «Refugees Welcome Italia Onlus» e «Comunità di Sant'Egidio». Il lancio dell'iniziativa avviene non a casa a Milano, e a Palazzo Marino. La giunta Sala ha promosso la marcia pro migranti del 20 maggio e sulla linea dell'accoglienza non si è (ancora) fatta scoraggiare dalla batosta elettorale nei Comuni dell'hinterland, il tema sicurezza e immigrazione ha avuto un peso specifico notevole sul voto.
Presente in sala c'è la signora Lucia Chessa, 65 anni, ha un figlio che vive e lavora a Londra e ha già messo a disposizione gratis una camera con bagno privato nella casa in cui risiede in zona Porta Romana. «Penso che sarà un'esperienza che arricchirà anche me» sostiene. Ma il bando per l'accoglienza diffusa lanciato dal Comune un anno fa fu un mezzo flop, in quel caso si offriva anche un rimborso mensile di 400 euro a chi era disposto ad aprire casa a un profugo.
Si fecero avanti poche famiglie, e poche avevano i requisiti per partecipare. Anche se l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino preferisce sottolineare che «abbiamo preferito inserire piccoli gruppi alla volta, 5/8 migranti e famiglie. Ma non è stata un'esperienza fallimentare».
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