Cinisello ha vissuto, il 25 mattina, un antipasto della delirante contestazione alla Brigata ebraica. Ma la giunta non intende fare passi indietro. «Pensavano di intimidirci ma si sono sbagliati - ha detto il sindaco Giacomo Ghilardi - Stiamo già pensando a tante cose interessanti da organizzare per l'anno prossimo per rendere la giornata ancora più inclusiva».
Ghilardi è stato fischiato da un gruppetto, in quanto leghista. E Davide Romano ha ricevuto lo stesso trattamento come direttore del Museo della Brigata ebraica, l'istituto che proprio in questi giorni ha allestito una mostra nel centro di Pavia e da un anno nella sinagoga di corso Lodi a Milano ospita un centro studi sulla storia della Brigata, la formazione militare composta dai 5mila volontari sionisti che contribuirono allo sfondamento della «Linea Gotica» sul fronte del Senio.
Oltre all'Anpi, la Brigata ebraica insieme ai Partigiani cristiani e alla Federazione Italiana Volontari della Libertà è stata invitata per la prima volta per dar vita a una celebrazione che voleva essere - ed è stata - plurale. Una iniziativa intelligente, concepita dal sindaco e dall'assessore Riccardo Visentin per valorizzare tutte le tradizioni culturali della Resistenza. I rappresentanti del Pd e di Anpi hanno partecipato coi cartelli di partigiani o deportati della città. Visentin ha letto i nomi uno a uno, e a memoria degli amministratori non era mai avvenuto che venissero ricordati così. L'«esperimento» di un 25 aprile più aperto, insomma, è riuscito ma non tutti hanno gradito. Come detto, il discorso di romano e quello di Ghilardi sono stato contestati da un gruppetto di militanti dei centri sociali che non ha neanche voluto ascoltare le loro parole, fischiando dall'inizio alla fine per «partito preso», compreso il minuto di raccoglimento. La contestazione poi ha avuto un piccolo seguito sul posto, che in Comune viene ricostruito così: la vicepresidente dell'Anpi di Cinisello si è recata dal direttore per manifestargli personalmente la sua solidarietà, dissociandosi da quella inqualificabile contestazione. Prima della fine dell'ultimo intervento l'assessore è sceso dal palco a chiederle se volesse ripetere al microfono quanto aveva affermato a voce, ma la rappresentante dell'Anpi evidentemente ha ritenuto di non farlo. L'Amministrazione comunale, mentre «rigetta questi gesti di intolleranza e comportamenti antidemocratici», fa sapere che chiederà in una lettera inviata a tutte le Associazioni presenti che hanno aderito «una condanna decisa e chiara accompagnata da segnali di solidarietà e sostegno».
«Il 25 Aprile - dicono dal Comune - non deve essere una festa di parte, è di tutti coloro che credono nei valori della democrazia e della libertà. E' la festa di chi ha donato la vita, anche di molti concittadini, perché la libertà diventasse patrimonio condiviso».AlGia
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