E al Lambretta c'è (finalmente) aria di sgombero

I no global rassegnati: "Le cose belle finiscono". Ma vorrebbero un altro spazio da occupare

E al Lambretta c'è (finalmente) aria di sgombero

«Le cose si sa, prima o poi finiscono». Sono gli occupanti del centro sociale Lambretta ad ammettere su Facebook che lo sgombero è ormai nell'aria. Potrebbe essere questione di giorni o al massimo le forze dell'ordine aspetteranno agosto, quando pure i no global non rinunceranno alla spiaggia per presidiare i locali. Da un anno e mezzo il quartiere Calvairate protesta contro quello che è un pub abusivo più che un centro sociale.

Nel febbraio 2017 i militanti che hanno inaugurato 6 anni fa il ciclo di occupazioni del Lambretta dalle villette Aler di piazza Ferravilla per trasferirsi poi in via Cornalia e in un'ex residenza della Statale, hanno fatto «bingo» appropriandosi dell'ex sala di via Val Bogna 10. Il Municipio 4 governato dal presidente leghista Paolo Bassi nelle ultime settimane ha rafforzato il pressing su Comune e forze dell'ordine, ha accompagnato i comitati dei residenti dall'assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo e in questura. E qualcosa forse si muove, anche se i no global vorrebbero persino le chiavi di una sede alternativa (e non tarderanno a individuarla da soli). Le cose solitamente finiscono, scrivono, «per dare spazio a qualcosa di più bello, più grande, più forte. Eppure, come al solito, la notizia dello sgombero non viene accompagnata da un'offerta. Nulla di nuovo all'orizzonte, ma sempre la solita repressiva politica di sicurezza, che ricade sulle nostre teste, sulle nostre vite, dichiarando ciò che facciamo come illegittimo. Eppure, come al solito, nulla andrà a riempire lo spazio che, cacciando noi, lasceranno miseramente vuoto». Ecco dunque, aggiungono per gli habituè, «le nostre probabilmente ultime offerte: venerdì (ieri, ndr.) abbiamo deciso di rompere questa routine di musica a pagamento regalandovi una serata gratuita. Un' intera notte dedicata alla cultura reggae dancehall, all'interno di un parco, sulla montagnetta di San Siro».

La consigliera di Forza Italia Silvia Sardone contesta: «Leggiamo su Facebook le lamentele del centro sociale che alludendo a un probabile sgombero, non si sa bene informati da chi, oppone le proprie ragioni

sostenendo di non aver ricevuto nessuna proposta alternativa. Siamo alla follia. E si sentono autorizzati a organizzare un dj set sulla montagnetta di San Siro, ovviamente senza permesso. Mi auguro che il Comune intervenga».

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