Il plebiscito leghista elegge il suo re, senza il minimo dubbio: Roberto Maroni (nella foto). È lui il candidato ideale per la corsa alle regionali, è lui il presidente che la base del partito consacra con 160mila voti in due giorni. Le «primarie» tra i militanti del Carroccio, una «gazebata» in 2mila piazze lombarde, hanno raccolto 210mila schede in un fine settimana. E il 76% delle preferenze è andato all'ex ministro che ora punta alla poltrona del Pirellone. A seguire Matteo Salvini con il 18% dei voti, che commenta: «Il candidato c'è ed è forte. Noi la nostra proposta la facciamo, poi sarà il Pdl a dirci cosa vuole fare».
A dire la verità parecchi militanti hanno indicato il nome di Maroni proprio per tentare una corsa anti-Formigoni e contro il Pdl, decretando ufficiosamente la fine dell'alleanza in Lombardia. «Andiamo da soli, ce la possiamo fare» hanno incitato i leghisti ai gazebo nelle piazze. Ma il matrimonio, logoratissimo, tra Pdl e Lega sembra reggere ancora, almeno nelle dichiarazioni ufficiali e nel pro forma della giunta bis. Tuttavia i militanti, con i loro commenti di fuoco, hanno espresso l'umore di tanti all'interno del partito. La tensione infatti è parecchia.
Ultimo episodio della telenovela Lega vs Pdl è il battibecco on line tra il presidente Roberto Formigoni e Matteo Salvini. «Formigoni annuncia pezzi di giunta su Twitter. Formigoni ormai mangia, beve e dorme su Twitter - cinguetta il segretario della Lega Lombarda, stupito dall'aggiornamento del sito alle 6,30 del mattino - Sindrome da Grande Fratello? Che ne dite?» e on line si scatena il dibattito. «Sal(vini) - replica Formigoni - che stai a dì? Tu vai a letto con Twitter».
E anche in questo caso gli sgambetti politici che non si possono esprimere davanti ai microfoni ufficiali, diventano uno scambio di frecciatine on line. Innocue ma utili a capire che aria tira tra i due «forzati» dell'alleanza.
È sempre da Twitter che Roberto Maroni, mentre assiste allo spoglio delle schede, commenta il suo trionfo: «Gazebata esaltante, sono davvero orgoglioso di questa Lega e dei suoi straordinari militanti» scrive l'ex ministro, pronto a correre per le primarie. Stavolta per quelle ufficiali all'interno della coalizione di centro sinistra. Se mai dovesse superare anche quelle, diventerà il candidato ufficiale contro la sinistra. Ma questa è un'altra storia e se ne parlerà solo nelle prossime settimane.
Durante la gazebata leghista, non sono mancate le sorprese. Qualcuno sulla scheda ha scritto il nome dei leghisti Dario Galli, Roberto Castelli, Massimo Garavaglia e Attilio Fontana. Qualcun altro ha addirittura fatto il nome di Matteo Renzi, il rottamatore del Pd, non si sa se per una provocazione o per un po' di confusione. Qualcuno ha perfino indicato il nome dell'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, sostenuto dallo stesso Formigoni in un'ipotetica corsa assieme alle forze dei moderati. E questo significa che, all'interno della Lega, c'è anche chi sprona a tener duro e a restare uniti nel centrodestra. Almeno fino al 2015, scadenza naturale del mandato. Ma il voto sembra essere molto più vicino.
La gazebata leghista ha anche raccolto firme per le proposte di legge del Carroccio su euro, Imu e tasse. Un'iniziativa appoggiata da 326mila persone, di cui circa 100mila estranei alle fila dei militanti. «Per sostenere le nostre proposte di legge sono venuti a firmare anche molti non leghisti» fa notare Salvini.
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