Ricorsi incrociati sul piano moschee del Comune. I musulmani cestinano il bando di Palazzo Marino, considerandolo discriminatorio e illegittimo. E - nel giorno della strage di Parigi, orrendo attacco dei fanatici al cuore dell'Europa - anche il centrodestra alza la voce e chiede a Palazzo Marino di fermare il provvedimento, per il quale ora si profilano impugnazioni contrapposte davanti al Tar.
Nonostante la riserva di fiducia accordata agli amministratori comunali («è un incidente di percorso») il Coordinamento delle associazioni islamiche cittadine ha aperto il braccio di ferro con Palazzo Marino, elencando in una conferenza stampa i motivi dell'impugnazione giudiziaria: il bando premia (con un punteggio) gli enti di culto riconosciuti, le associazioni che hanno sottoscritto la Carta dei valori e quelle che si avvalgono di ministri di culto «approvati». Ma viene contestata anche la revoca in caso di attività illecite e la mancata previsione di punti per l'esperienza o rappresentatività delle associazioni concorrenti. Insomma, tutto il contenuto dell'ordine del giorno presentato da Matteo Forte (consigliere ex Pdl oggi popolare) e approvato da gran parte del Pd, viene considerato illegittimo, perché introduce elementi di premialità legati all'«accreditamento» delle associazioni presso le istituzioni italiane. In questo, sul piano politico, i dirigenti del Caim sono appoggiati in Comune solo dal (socialista) presidente di commissione Roberto Biscardini: «Questo bando non va bene - ha detto - i criteri per l'assegnazione delle aree ne sono la riprova».
Non solo: i musulmani sognano quella che chiamano l'euromoschea. Un luogo di culto grande, simbolico. Citano grandi architetti, immaginano giardini sui tetti, torri-minareto. E non sono affatto soddisfatti delle tre aree individuate dal Comune - due delle quali si prevede che possano andare a una delle loro 25 sigle. Troppo pochi in particolare - per il Caim - i mille metri che il bando destina al culto nell'ambito dei 5mila metri dell'area di Lampugnano (ne chiedono almeno il doppio). E dire che, per il Consiglio di zona - in mano a una maggioranza di sinistra e a un presidente di Sel - già 5mila metri sono troppi, se sono tutti edificabili. E anche questo, i problemi urbanistici e l'impatto sul quartiere, sono un altro fronte aperto.
Per motivi opposti rispetto a quelli del Caim, il bando del Comune era già finito nel mirino dell'opposizione. Il centrodestra aveva accusato Palazzo Marino di aver messo a punto un provvedimento che non rispetta la legge regionale esistente e aveva anche messo in cantiere (in Regione) una riforma ancor più restrittiva. È certo che lo scontro si acuirà ancora. Nel giorno della strage di Parigi con la carneficina nella redazione del settimanale Charlie Hebdo, il centrodestra moltiplica gli sforzi e gli appelli, nella sua battaglia contro la moschea. Praticamente senza eccezioni.
Forza Italia chiede lo stop: «La giunta si fermi» dice la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini. Il coordinatore comunale Giulio Gallera chiede una «ferma condanna» di «tutto il mondo islamico». La Lega invoca il ritiro immediato del bando con il capogruppo Alessandro Morelli. L'assessore regionale Viviana Beccalossi (Fdi) invita il Comune a fermarsi e lavorare «senza fretta».
Fra i più duri il coordinatore comunale dell'Ncd Nicolò Mardegan: «Il buonismo della Milano arancione ha prodotto un altro paradosso agghiacciante - ha detto - in un giorno di lutto con pochi precedenti in Europa, la Comunità islamica si è lamentata della metratura messa a disposizione dal Comune»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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