E ora sbarca in Galleria la prima casa-boutique

L'ultima asta del Comune vinta da una società che offre alloggi con i servizi di un hotel stellato

Chiara Campo

L'ultima rivoluzione in Galleria è la «casa boutique». Un appartamento vista Duomo e Salotto dove i turisti possono soggiornare godendo di tutti gli optional di un hotel a 5 stelle. Dalla colazione in camera, wifi, cambio di biancheria giornaliero alla linea dedicata che si occupa - come un concierge - di prenotare tavolo al ristorante, lezione con il personal trainer, autista per andare a un meeting di lavoro o a fare shopping. Si sa che il «Townhouse Hotel», l'albergo a sette stelle di Alessandro Rosso. bando dopo bando si è allargato su una buona fetta dei piani alti in Galleria. Ma ad aggiudicarsi l'ultima asta del Comune per uno spazio di 122 metri quadri al quarto piano del Salotto (ingresso da via Silvio Pellico 1) è una new entry, la società «Hemeras Boutique House» nata a Milano solo un anno e mezzo fa e già in espansione a Firenze, Roma, Forte dei Marmi e Madrid. In città conta una trentina di appartamenti-hotel tra Montenapoleone, Gae Aulenti e zona Duomo e conta di arrivare a una cinquantina entro fine anno. Lo sbarco in Galleria darà ovviamente una ulteriore spinta. «Stiamo facendo i lavori di ristrutturazione, inaugureremo lo spazio entro 2-3 mesi - conferma il general manager di Hemeras, Gianluca Del Mastro -. Offriamo un nuovo concetto di ospitalità, gli stessi servizi di un hotel di lusso, con la privacy di un appartamento privato». Il Comune incasserà 51.250 euro all'anno di affitto. Dopo il passo indietro di Hugo Boss, che si era aggiudicato 950 metri quadri su 5 livelli con tre vetrine negli spazi occupati da Zecca Poligrafica dello Stato e Bar Sì, il Comune ha inviato una settimana a Valentino (la griffe era arrivata seconda) la lettera di invito a subentrare, altrimenti scalerà la classifica: Dutti, Ferragamo, Kering, Capri e H&M. Bisognerà attendere l'estate 2017 invece per provare il nuovo ristorante dello chef Carlo Cracco, i lavori sono in corso, mentre altri due ristoranti sono in fibrillazione, rischiano di sloggiare. «Il Salotto» e «La locanda del gatto rosso» valuteranno a giorni le mosse. I contratti sono in scadenza a fine novembre. Un riepilogo della vicenda già nota: la giunta Pisapia aveva approvato ala delibera per il rinnovo automatico del «Savini» e dei due locali in questione, riconoscendoli come attività storiche. L'ex presidente dell'aula Basilio Rizzo ha contestato l'assenza di gara, l'Anac ha scritto all'ex sindaco e Pisapia ja bloccato i rinnovi. Sono scattati i ricorsi al Tar, ma solo il Savini è stato riconosciuto come «bottega storica», e la scorsa settimana ha firmato il nuovo contratto. Il Salotto e il «Gatto rosso» si stanno preparando a depositare ricorso al Consiglio di Stato, ma l'associazione «Il Salotto» rappresentata da Pier Galli sta mediando con la giunta: «Se viene lanciata una gara, chiediamo come minimo inderogabile che attività che hanno contribuito a creare l'identità della Galleria possano avere il diritto di prelazione sulla massima offerta. Se sono disposte a offrire altrettanto, il Comune non ci perde un erro. Sono stati concessi rinnovi automatici a colossi come Gucci in passato, vengano incontro anche ai moscerini».

E Galli titolare, del ristorante Galleria, chiede «un minimo di programmazione a lungo termine sui bandi». Il suo locale (per dire) diventerà bottega storica il 4 ottobre 2018, il suo contratto d'affito scadrà il 30 dello stesso mese. Vorrebbe sapere con un minimo di anticipo se sarà tutelato come il Savini.

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