Gli piace ammettere che sì, è vero, «sono abituato a ritmi più veloci». Però Beppe Sala nega di essersi annoiato nella seduta che ha aperto la sua era da sindaco. Anzi, con ammirevole modestia, non scontata per un manager di alto livello, riconosce che «per me è anche un modo per imparare». In effetti il debutto della sua maggioranza poteva essere più brillante. Il centrodestra è arrivato preparato e si è preso la scena in aula, creando più di un grattacapo alla sinistra. «Se è il primo Consiglio, va bene - ha commentato Sala in seguito, parlando con i giornalisti - Bisogna vedere cosa succederà dalla prossima volta. Oggi - ha ammesso - avremmo potuto fare di più, usare il tempo per approfondire tematiche importanti per la cittadinanza, quindi vediamo se da lunedì cambia. Rimane il fatto che la mia volontà di aprire nei confronti dell'opposizione «è seria».
Il tema è quello dei rapporti fra amministrazione e opposizione. I consiglieri di Forza Italia, Lega, Milano popolare e Lista Parisi hanno mostrato di cosa può essere capace una minoranza motivata e compatta. E Sala ha bisogno di imprimere subito un bel ritmo al lavoro del Comune, anche se sa già non potrà essere paragonabile alla rapidità di una società privata, scandito com'è dai tempi e dai riti solenni dell'istituzione elettiva. In campagna elettorale era stato il candidato del centrodestra Stefano Parisi a sollevare la questione della velocità delle decisioni, proponendo un patto «anti-ostruzionismo».
Ieri Parisi in aula non è intervenuto ma non si è neanche differenziato dagli altri consiglieri. In mattinata, però, aveva incontrato Sala, evidentemente impaziente di trovare una sponda, soprattutto su quelli che chiama «grandi temi». «Abbiamo parlato di impostazione di lavoro e di metodo, di collaborazione istituzionale pur nelle differenze - ha detto Parisi - Abbiamo fatto un primo incontro e ci siamo presi un caffè insieme. Lui è il sindaco e vuole un rapporto costruttivo e trasparente con l'opposizione». Sala sottolinea: «Se ha disponibilità a partecipare operativamente sui grandi temi della città sono io per stimolare un ruolo attivo dell'opposizione». Il sindaco a confermare che l'incontro con Parisi aveva questo «tenore»: la possibilità «che sui grandi temi si lavori insieme». «Ci sono temi urgenti e il tema dei migranti è urgente» dice. Spiega che oggi non ci sono alternative al campo base Expo, «l'alternativa è lasciarli in strada», per questo «la posizione del centrodestra mi è sembrata sterile». «L'alternativa è che restino accampati in Centrale» avverte, prima di ammettere che «nessuno sa quanti ne arriveranno». Poi cita la «Brexit», «grandissima opportunità».
E fa sapere di essere tornato «con la convinzione che si può aspirare» a portare a Milano le due agenzie di cui si parla (farmaci e banche), ma che «c'è tutto un mondo che sta lasciando Londra». E anche «sul tema della sicurezza si può lavorare insieme».AlGia
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