Cronaca locale

E sulle macerie di Expo nasce la «Silicon Valley»

Il polo della ricerca pronto entro il 2040 Il governo investe un miliardo e mezzo ma avverte tutti: «Niente campanilismi»

Sarà la Silicon valley della ricerca. Un polo di altissimo livello dedicato a medicina, robotica, genetica, materiali intelligenti e nutrizione. Da lì arriveranno le scoperte e le invenzioni che cambieranno la nostra vita. E magari anche la cura contro il cancro e contro le malattie neurodegenerative. Benvenuti nella città della scienza, un progetto ambizioso che per ora non ha nemmeno la forma di un rendering. Manca tutto: il piano di fattibilità, il cronoprogramma. Ma c'è l'idea, riassunta in 25 cartelle, e si parte da quella. E c'è anche una data: il 2040, giusto per fissare un traguardo entro cui realizzare tutto.

Per presentare ciò che sorgerà al posto dei padiglioni di Expo, il premier Matteo Renzi, dal palco del teatro Piccolo, ha mostrato un vecchio walkman, un telefono di prima generazione e un volume della storica enciclopedia dei Quindici. «Così si comunicava e si facevano le ricerche nel 1990 - ha spiegato - Ora tutto è cambiato: ci sono i telefoni touch e c'è Google. Sfido la classe dirigente milanese a immaginare l'Italia dei prossimi vent'anni». Per farlo però «è necessario superare inutili campanilismi - ha specificato - C'è spazio per tutti i progetti e accettiamo suggerimenti. L'obbiettivo è far diventare quest'area una locomotiva mondiale».

Dal canto suo il Governo metterà sul piatto 150 milioni all'anno per dieci anni per realizzare la città internazionale di ricerca e tecnologia. E assicura anche, se richiesto, un intervento della Cassa depositi e prestiti nella parte relativa allo sviluppo immobiliare.

Il polo sarà guidato dall'Iit (istituto italiano di tecnologia) di Genova con la collaborazione di altri due centri di eccellenza: l'institute for international interchange di Torino e la Edmund Mach foundation di Trento, specializzata in ricerca agricola e alimentare. Senza voler fare polemica, il presidente lombardo Roberto Maroni, precisa che i «campanilismi» di cui parla il premier sono in realtà «eccellenze» che vanno utilizzate e non bandierine da piazzare. «Siamo pronti a discutere su questo progetto - ha aggiunto - però non si possono dimenticare le straordinarie eccellenze che qui ci sono. Coinvolgiamo tutti, benissimo, sono pronto a sedermi al tavolo con il governo e discutere».

Tuttavia prima di entrare nel merito dei progetti e del chi va cosa, va chiarito l'assetto societario di Arexpo. Per mettere fine al tira e molla che va avanti dall'inizio di Expo: «Renzi - ha precisato Maroni - mi ha confermato la volontà del governo di entrare. Gli ho detto che sono sei mesi che con Pisapia abbiamo chiesto al governo di entrare, tra domani e venerdì vediamo di concludere questa cosa».

A parte il polo della ricerca, nell'area Expo confluiranno anche la cittadella universitaria e delle start up, che occuperanno la parte più estesa dell'area di Rho. Sull'argomento si sono riuniti ieri gli industriali, il direttore di Iit e il rettore dell'università Statale per un primo vertice e cominciare a fissare qualche punto fermo.

«Mi sembra che Renzi abbia una visione ampia, molto concreta e realizzabile - commenta il sindaco Giuliano Pisapia - Ha valorizzato il progetto che già c'era e che vedeva la realizzazione di un campus universitario e la città della tecnologia e dell'innovazione.

L'ha arricchito con un tassello di un mosaico che renderà Milano ancora più grande e internazionale di quella che è».

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