«Tre treni un po' vecchi». Questo l'intervento che il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha annunciato dopo un vertice con Fs.
Della crisi dei treni lombardi si è parlato ieri durante l'incontro coi sindaci bergamaschi e lecchesi a Calusco D'Adda dopo il sopralluogo al ponte San Michele, chiuso da settembre. Il contesto è quello di una generale difficoltà. Da pochi giorni è entrato in vigore l'orario invernale di Trenord che ha previsto la sostituzione, con bus, di 139 treni. E questo piano d'emergenza varato dall'azienda - che ha provocato reazioni molto contrariate sui territori, da parte soprattutto di sindaci e comitati di pendolari organizzati - è stato concepito dai nuovi vertici della società come l'unica possibilità per ridurre e contenere entro livelli fisiologici il tasso di ritardi e soppressioni che falcidia i collegamenti ferroviari lombardi, utilizzati da 700mila persone ogni giorno.
Ed ecco Toninelli. «Ci sono zone - ha detto - in cui occorre dare certezza ai pendolari e la zona dell'asse dell'Adda e della Lombardia è fondamentale. Per questo ieri sera (giovedì, ndr) ho incontrato l'amministratore delegato di Ferrovie dello stato che comprende Trenitalia e dialoga con Trenord e siamo riusciti a far arrivare tre treni un po' vecchi ma che vengano destinatiti nelle zone di difficoltà come ad esempio, via Pioltello, sulla Milano-Bergamo».
Che Toninelli non avesse ben chiara la portata dei problemi lombardi lo si era capito già a fine agosto, quando (su facebook) aveva presentato come una grande novità una dotazione aggiuntiva di mezzi che gli addetti ai lavori consideravano - a voler essere benevoli - un primo passo, o una «parziale risposta positiva» come l'ha definita allora il governatore Attilio Fontana, dotato di ben altro realismo e prudenza. Il ministro invece suonava la grancassa: «Il vento cambia», «un ottimo risultato». Adesso di parla di (altri) tre treni, ma la flotta Trenord conta 378 vetture e fa 2.095 corse al giorno su una rete di 2mila chilometri distribuita su 40 direttrici e 61 linee: il problema qui è il 40% della flotta (per lo più la componente statale, che dipende da Trenitalia e quindi in ultima istanza dal ministero). Questo 40% ha più di 35 anni, mentre sono 42 i treni vecchissimi che spesso si rompono ma sono ormai pezzi da museo di cui anche i ricambi ormai si trovano difficilmente.
La Lega ovviamente ha accolto con glaciale sorpresa l'annuncio ministeriale. «Resto perplesso - ha detto Fontana - in merito ai contributi del ministro Toninelli, che ha parlato di tre treni vecchi da destinare al rinforzo dell'unica linea attiva tra Milano e Bergamo.
La Lombardia merita molto di più». E il deputato Paolo Grimoldi ha commentato sul filo dell'ironia: «Apprezziamo la buona volontà e l'impegno ma non ci pare un grande risultato». «Qui non si tratta di regali o di elemosina».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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