«Ecco la Argerich, la dea del piano»

«Ecco la Argerich, la dea del piano»

Oggi alle ore 21 alle Serate Musicali si avrà un debutto speciale. Quello del duo violino-pianoforte. Gidon Kremer-Martha Argerich: da anni coppia musicale, ma questa sarà la loro prima volta insieme in Italia. Due artisti fuoriclasse, giganti dei rispettivi strumenti. Entrambi sfuggenti e imprendibili, refrattari a interviste. A tratteggiarne un profilo è Hans Fazzari, patron delle Serate Musicali, e amico fidato di tanti musicisti, tra cui Argerich e Kremer.
«Chi è Martha Argerich? L'Ultima Dea. Il concerto annuale di Martha per le Serate s'è fatto leggenda. La Argerich non ama parlare di musica con gli amici, con i quali si intrattiene dopo i concerti, fino all'alba».
È mai riuscito a istigarla sul tema?
«Le ho chiesto una volta chi fosse il pianista dei suoi sogni. Rispose, Arturo Benedetti Michelangeli. Di cui fu anche allieva, a modo suo ovviamente».
Cosa ci dice della Argerich donna pugnace, sempre pronta a difendere gli artisti?
«Difese a viso aperto Cherkasski, per esempio. la Argerich è una donna di grande coraggio, se dovessi rappresentarla con un simbolo, la vedrei impugnare la spada. È persona... travolta dal suo buon cuore»
Donna controcorrente?
«Assolutamente sì. E lei, la Argerich lo sa benissimo».
E di Kremer invece non diciamo proprio nulla?
«Kremer mi appare come una "centralità" nel mondo fluttuante del violino. Ho voluto che fosse presente, di anno in anno, a Milano. Fama e leggenda vanno e vengono. Ma la leggenda Kremer appare sempre più centrale. É la storia di Copernico e di Galileo».
Anche per il violino è vincente l'impero americano?
«Forse è proprio Kremer un possibile campione della vecchia Europa. Lo è in tanti sensi. Basta vedere come parla e scrive in lingua tedesca: da letterato, un vero prodigio. Non lo sentirei proprio parlare un inglese americano».
Genio e sregolatezza. È più sregolato lui o la Argerich?
«Se vogliono, sanno dare lezione di sregolatezza al mondo intero. Ma non sempre vogliono. Forse Kremer ha costruito un suo Impero, sapendo di farlo. Un suo invisibile Impero. Anche di Martha si può intravvedere un impero, su cui il sole non tramonta mai. Mi chiedo se se ne renda conto».
Si parla sempre della Argerich e Kremer in termini di sregolatezza: è la parola giusta?
«Certamente no.

Evitando un lungo discorso, comincerei a dire che né Martha né Kremer potrebbero incarnare una Sarah Bernard (che si ripeteva per filo e per segno, sera per sera), piuttosto una Duse, incapace di ripetersi: come del resto Cherkasski o Anton Rubinstein il meteorologico».

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