Più forti del tempo. Figuriamoci della pioggia. Come ogni primavera, pur bagnata, le Giornate del Fai stanno per dischiudere i tesori del Fondo per l'ambiente italiano. L'appuntamento, semel in anno, porterà fra domani e domenica ad annullare le distanze fra i secoli andati e la modernità, fra il blasone di pochi e la curiosità di molti. In tutta Italia sono 700 i luoghi - 120 soltanto in Lombardia - che apriranno gratis, grazie all'impegno dei volontari del Fondo, animati da un solo motto: «Intanto noi facciamo».
Una «legione di 7 mila angeli» li ha definiti il presidente del Fai Andrea Carandini. Molti i testimonial a vario titolo coinvolti in questa edizione 2013, dagli «storici» come Piero Angela, Andre Shammah, Lella Costa e Philippe Daverio a chi non ti aspetti come Vittorio Brumotti A' Bombazza, Red Canzian e Giorgia Palmas.
Il bello della primavera Fai è che le visite sono gratuite anche per i non soci, pur se un contributo libero pare buona educazione. In alcuni casi poi, ben segnalati per la loro eccezionalità, si tratta di visite a beni e monumenti che di solito restano chiusi al pubblico.
In Lombardia Milano, Como e Brescia sono le province più aperte, con oltre trenta «location» nella metropoli e una ventina di meraviglie nei capoluoghi, ma in ognuna delle 11 città lombarde c'è un tesoro da visitare. E il bello è che non si tratta solo di castelli, rocche, palazzi nobiliari, tenute di campagna.
L'opera di adozione del Fai è stata, negli anni, multidisciplinare e trasversale. Sotto l'egida di questo «National trust» nostrano sono finite non solo mura antiche, ma anche ecosistemi fragili e preziosi come il Fontanile di Cologno al Serio trait d'union fra borgo e campagne bergamasche.
Pensavate mai, invece, di poter ritenere una banca un bene da preservare? Col Fai accade anche questo: sempre a Bergamo ad esempio sarà visitabile la galleria d'arte del Credito Bergamasco. A Brescia e dintorni si punta sui palazzi storici della città, dal Maggi - Gambara, al Martinengo Cesaresco dell'Aquilone, passando per alcune chicche come il Palazzo Cigola - Fenaroli e il Castello Avogadro Spada solitamente chiuso al pubblico.
A Como e sul Lario protagoniste sono le ville sul lago: se a Lenno la star indiscussa resta Villa Balbianello, la dimora del conte esploratore Guido Monzino, mentre Villa Fogazzaro di Oria Valsolda ruba la scena a chi rimpianga «Piccolo Mondo Antico», a Cernobbio si punta anche sul razionalismo grazie ad uno dei suoi più celebri interpreti, l'architetto Cesare Cattaneo di cui si ammirano gli esterni della villa, con serramenti scorrevoli che farebbero invidia alle riviste di design dei nostri giorni.
Puntando ai monti il territorio di Sondrio esplora il concetto itinerante e diffuso di arte e natura: protagonista l'intera Valmalenco con quattro facili percorsi alla scoperta di panorami mozzafiato, arte sacra ed insediamenti rurali. Nella bassa, fra Cremona, Mantova, Lodi e Pavia la ventina di siti aperti è per tutti i gusti: fra le curiosità, non perdete l'edicola Liberty di piazza Canossa a Mantova e alcune incursioni «industriali» come la fabbrica di fisarmoniche Dallapé a Stradella.
A Milano, infine, fra le curiosità, la possibilità di visitare la suite di Giuseppe Verdi al Grand Hotel et de Milan, oppure accedere al Palazzo dell'Informazione di piazza Cavour, entrare nella Sinagoga di via Guastalla, oppure ancora esplorare i cantieri di Porta Nuova, salendo anche all'Unicredit Tower e alla sua guglia, tetto più alto di Milano.
Info 02 87119115. Per visite in lingua 02 467615348.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.