Alberto Giannoni
Uniti per il No. Per Forza Italia è il giorno della manifestazione al teatro Nuovo. Il giorno in cui si accenderanno i riflettori sulle ragioni per votare No al referendum costituzionale del 4 dicembre.
«Per far vincere l'Italia ripartiamo da un No». Questo il titolo dell'evento di stamani in piazza San Babila, luogo particolarmente caro agli azzurri milanesi. Organizza il coordinamento lombardo di Forza Italia. Ci sarà anche il governatore ligure Giovanni Toti, che così inizia il suo tour per il No.
A moderare l'evento Nicola Porro, vicedirettore del Giornale. Protagonisti gli eletti e quella parte di società civile che si schierano contro le riforme costituzionali volute da Matteo Renzi. «Vi aspetto al Teatro Nuovo di Milano - ha detto ieri la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini - a partire dalle 9 insieme a tanti sindaci, amministratori, consiglieri regionali e di zona, imprenditori, cittadini e tanti amici di Forza Italia per far sentire la nostra voce e per ribadire un secco No a una riforma sbagliata che non fa ripartire l'Italia. Tutti insieme porteremo le nostre idee, con forza e determinazione». Tra gli imprenditori che interverranno Marco Galbiati. E Massimo Blasoni, che oltre a guidare il terzo gruppo italiano nel settore delle rsa, residenze sanitarie assistenziali, presiede «Impresalavoro», centro studi sull'economia italiana che vanta un board di alto livello. «Sbaglia - spiega Blasoni - chi immagina scenari apocalittici se cinese il no. In Italia non c'è crescita perché il governo ha sbagliato. La spesa corrente cresce e la spesa per investimenti scende, in un Paese che avrebbe bisogno di investimenti in infrastrutture fisiche ma soprattutto digitali. Tasse burocrazia e una giustizia lentissima minano la capacità della nostra impresa e la produttività che ci vedeva svettare fra i primi negli anni Settanta e oggi ci relega agli ultimi posti». Ci sarà dunque il No alle riforme e il No a un governo che non è riuscire a trovare la ricetta giusta per far ripartire il Paese: «Questo governo - prosegue Blasoni - non ha saputo guardare al futuro e pensa più a mance per dividendi elettorali che a quello sguardo verso l'innovazione di cui avremmo profondamente bisogno. La gran parte dei bambini in futuro farà un lavoro che oggi nemmeno esiste - prosegue ancora l'imprenditore - e in Italia non riusciamo a guardare a questo futuro». «Io voterò no per tre motivi - sintetizza Blasoni anticipando le riflessioni che oggi offrirà agli azzurri - intanto non esistono soldi pubblici ma dei contribuenti. Poi preferisco il federalismo al centralismo che la riforma porta con sé. Infine, o aboliamo il Senato o i senatori vorrei eleggerli e vorrei che non fossero dopolavoristi».
Questo non significa negare l'esigenza di una riforma, ma auspicarne una migliore: «Una riforma è assolutamente necessaria - conclude Blasoni - ma si può operare diversamente. Una sola camera e meno parlamentari, però eletti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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