Ecco la squadra di Salini «Giovani e preparati, ricostruiamo il partito»

Il commissario vara la sua segreteria a 25 Una piattaforma in rete ed eventi formativi

Alberto Giannoni

Una squadra per Massimiliano Salini. Prende forma la «via ambrosiana» alla rinascita del movimento azzurro.

Contando sulla fiducia del presidente Silvio Berlusconi che lo ha nominato tre settimane fa, il commissario lombardo del partito vuole esercitare fino in fondo le sue prerogative, e non limitarsi a una sorta di ordinaria amministrazione: «Non mi risulta che qualcuno abbia immaginato questo - dice - e se qualcuno ce l'ha in mente deve rivolgersi a Berlusconi, che mi ha chiesto di occuparmi di tutto ciò di cui deve occuparsi un coordinatore». Così Salini sta varando una segreteria regionale che lo affiancherà nel suo lavoro politico, prefigurando da Milano, e dalla Lombardia, un modello di riorganizzazione. L'obiettivo è un partito più fresco, vivo, che lavori in rete e sui territori, e che rivendichi una dimensione di dignità della politica. I componenti della segreteria saranno 25. I primi nomi che filtrano sono quelli di Alberto Villa, 33 anni, sindaco di Pessano con Bornago, che avrà una delega legata ai Comuni, Marco Bestetti, 32 anni, presidente del Municipio 7 e Carlo Ciotola, consigliere comunale di Cinisello Balsamo.

Chiara l'intenzione di dare un segnale concreto sul terreno del rinnovamento. «Il punto è questo - spiega Salini - confrontiamoci in modo vibrato sul modello di rinnovamento, che è parola che oggi riempie la bocca di tanti. Io sono completamente a disposizione di chi vuole rinnovamento nel merito e nei contenuti. La nostra narrazione deve essere fresca, giovane e adeguata ai tempi e questa freschezza non può mancare in chi la propone. «Lo statuto - spiega Salini - non ci mette in condizione di fare l'elezione dei membri del coordinamento. Ma l'assenza di questa regola non mi impedisce di dotarmi di una squadra giovane e competente. La regola non è l'unico strumento». Insomma, chi invoca regole nuove non deve usarle come alibi. Chiaro il riferimento a quel pezzo di movimento che sostiene l'iniziativa di Giovanni Toti, il governatore ligure (e neo coordinatore fino al congresso) che chiede primarie il prima possibile.

Salini vede un partito che «non sia solo un comitato elettorale, ma al servizio di tutti», «un partito inclusivo e aggregante che coinvolga le varie anime che lo compongono, ma che sappia guardare anche all'esterno, alle liste civiche e a chi era con Forza Italia e si è allontanato». Obiettivo è «ricostruire il polo dei moderati che sono maggioranza del paese». Parola d'ordine: aggregare. Lo strumento sarà «una struttura di partito che non deve corrispondere con quella politica degli eletti», un partito «rappresentativo del territorio e a disposizione di tutti», «un posto dove potersi confrontare». «Per questo - aggiunge - cercheremo di formarla in maniera più possibile inclusiva proprio per superare i veti e i litigi territoriali che da troppo tempo impediscono a Forza Italia di essere un vero partito». La segreteria andrà in tutte le province lombarde per mettersi a disposizione degli eletti e delle liste civiche.

La struttura corrisponderà alle deleghe degli assessori regionali, e ne comprenderà altre, organizzative, considerate necessarie, come la comunicazione e la formazione. Stesso schema per i Giovani e i coordinamenti provinciali.

A proposito di formazione, si immagina la costruzione di una piattaforma online per dare a ogni delegato la possibilità di comunicare e diffondere le iniziative e le informazioni e si prevede la creazione di una scuola di formazione politica, a settembre e un evento «che serva per mettere insieme le proposte e per andare oltre questa discussione sulla forma partito che agli elettori interessa fino a un certo punto». Anzi, Salini lo dice espressamente: «Serve un protagonismo della realtà» che vada oltre «le beghe di partito che hanno stancato molto».

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