Ecco tutte le bugie per svendere Sea

Ecco tutte le bugie per svendere Sea

di Claudio Borghi

La questione della vendita degli Aeroporti di Milano si sta facendo sempre più sospetta ed inquietante. Dopo il «no» dei sindacati è sceso in campo a sostegno delle idee della giunta il Corriere della sera, con un articolo a firma di Massimo Mucchetti. La cosa stupisce, perché se un commentatore serio arriva a rischiare il ridicolo per sostenere un’idea che anche un bambino si accorgerebbe che fa acqua da tutte le parti occorre fare luce. Vediamo di mettere nel modo più chiaro possibile gli argomenti relativi a questa faccenda già brutta che sta diventando bruttissima.
1) Se il Comune vende un bene dei cittadini l’unica priorità deve essere la massimizzazione del prezzo. Interpretazioni su chi tra gli acquirenti farà meglio per i servizi alla popolazione sono fumo. I milanesi verranno trattati bene, da chiunque dovrà gestire con criteri di logica industriale un aeroporto, semplicemente in virtù del loro status di clienti. Impossibile che siano trattati peggio di quanto finora fatto dalla gestione pubblica con la soluzione strampalata di creare un hub aeroportuale con voli locali che arrivano in un altro aeroporto.
2) Il Comune è già in grave deficit per quanto concerne il prezzo anche per quanto riguarda la prima quota già ceduta al fondo F2i, perché non è possibile mettere in vendita una quota importante di un bene come un aeroporto in un mese. Un compratore internazionale ha bisogno di tempo. Se l’intento è quello di massimizzare il prezzo si predispone un periodo congruo e si pubblicizza quanto più possibile la vendita. Se invece si sa già a chi si vuol vendere si fa il contrario. Indovinate cosa si è fatto?
3) Il fondo F2i, checché ne dica Mucchetti, è un soggetto come un altro. Che significa «non speculativo»? Se fosse un ente che regala denari gli azionisti delle banche che ci hanno messo i soldi e i mutuati delle casse previdenziali dovrebbero saperlo.
4) Se il Comune scende sotto il 51% in Sea significa che ne sta cedendo il controllo. Chi acquista il controllo deve pagare il premio di maggioranza. Se si cede prima il 30% e poi il 25%, questo premio di maggioranza sta semplicemente venendo regalato al primo acquirente, già favorito dalla vendita lampo di dicembre. Dato che anche un premio striminzito del 20% su un asset del valore di oltre un miliardo sono centinaia di milioni, non volerlo incassare corrisponde ad uno sperpero (o ad un regalo) intollerabile.
5) La situazione delle casse e delle infrastrutture del Comune non è diversa oggi da quanto lo era a novembre. Anzi, a detta della maggioranza, si è avuto anche l’introito particolarmente conveniente della «transazione» con le banche per la questione dei derivati. Tabacci, per giustificare le sue manovre, si inventa che i treni della metropolitana sono da cambiare. Ebbene, dato che i treni non sono invecchiati di colpo (e, tra parentesi, se mai li acquisterebbe l’Atm, anche con i denari incassati dal regalo «area C» più l’aumento dei biglietti, non certo il Comune) cosa impediva di decidere a novembre direttamente la cessione della maggioranza di Sea con una gara vera?
6) La «gestione coordinata degli scali del Nord Italia» che ventila Mucchetti fa venire i brividi. Un affare del genere nelle mani di un soggetto privato, con soldi pubblici, e che non deve rispondere nemmeno di sponda ai cittadini? Con che criterio si deciderà che «le merci vanno a Montichiari» e che nel «raggruppamento» entrerà anche lo scalo di Torino Caselle? E per fare cosa? E agli ordini di chi?
Eh no, cari Mucchetti e Tabacci, se siamo contro questa storia più che sospetta non è certo per le stesse ragioni della Cgil, della cui opinione poco ci è mai interessato.

La domanda che un osservatore serio dovrebbe porsi è solo una: perché non si vogliono incassare i milioni del premio di maggioranza? Sono soldi di cittadini a cui vengono chieste fior di tasse. Dovrebbe interessare tutti.
Twitter: @borghi_claudio

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica