Effetto larghe intese: il voto premia Forza Italia

Bene Brescia e Bergamo. Gelmini: «Senza di noi niente maggioranza». Monza, boom di Romani jr

Effetto larghe intese: il voto premia Forza Italia

È ora di analisi post- voto dentro Forza Italia. E le alleanze variabili (ma soprattutto le larghe intese) sembrano far bene agli azzurri, sia dove il listone è stato sottoscritto con il Pd, come a Brescia, sia a Bergamo, dove Forza Italia formalmente correva da sola. «A Brescia e a Bergamo senza Forza Italia non c'è maggioranza» è il commento della coordinatrice regionale azzurra, Mariastella Gelmini , bresciana, e del coordinatore di Bergamo, Alessandro Sorte . Così, consiglieri delegati azzurri (praticamente ex assessori) saranno ben presenti sia a Brescia che a Bergamo. A votare, come è noto, non sono i cittadini ma gli eletti. Il risultato finale era quasi scontato: avrebbero vinto i candidati di sinistra. Meno prevedibili invece gli equilibri interni agli schieramenti e la possibilità di entrare nelle giunte e governare.

A Como il partito, presentandosi da solo, ha sfiorato la vittoria, ma alla fine (proprio a causa della mancanza di accordi) rimarrà fuori dal governo. Bene è andata Forza Italia anche a Varese, dove però ha perso perché il Partito Democratico era alleato con il Nuovo Centrodestra di Raffaele Cattaneo , che sul territorio è molto forte.

A Monza e Brianza (nonostante l'alleanza con Ncd e Udc) Forza Italia ha perso, anche se Federico Romani , il figlio del capogruppo azzurro al Senato, Paolo Romani , ha fatto un boom di preferenze arrivando quasi al numero di voti del candidato presidente.

Veniamo ai dettagli. Alla Provincia di Brescia l'azzurro Alessandro Mattinzoli , sindaco di Sirmione, che ha ospitato la Scuola di partito estiva, è risultato il più votato del listone Forza Italia- Ncd- Pd che ha eletto l'esponente ds Pierluigi Mottinelli . Candidato moderato, Mottinelli, proveniente dal Ppi e dalla Margherita. Oltre a Mattinzoli, eletti gli azzurri Gianluigi Raineri e Nini Ferrari : in tutto tre consiglieri contro i sei del Pd e uno di Ncd. La lista di Margherita Peroni e Viviana Beccalossi (Fdi) ha avuto altri due seggi: anche questo decisamente un buon risultato. A Bergamo Forza Italia correva da sola, ma gestirà la Provincia con i Democratici perché il Pd non ha la maggioranza in consiglio. Una specie di accordo implicito.

Si tratta di elezioni di secondo livello, quindi questo dice poco o nulla su quanto gli elettori gradirebbero un accordo Forza Italia- Pd al momento di andare al voto. E però l'intesa istituzionale, per così dire costituente, è giudicata conveniente da Forza Italia. Mariastella Gelmini spiega lo spirito: «Siccome le Province sono ormai enti di secondo livello al servizio dei comuni, l'accordo istituzionale è indispensabile a tutela di tutti i sindaci, indipendentemente dal colore politico. In questo modo le porte aperte sono aperte a tutti. Se invece introduci lo scontro, i sindaci del Pd che vincono sono avvantaggiati».

Si dice comunque soddisfatto il Pd lombardo. Alessandro Alfieri , segretario regionale, porta a casa la guida di tutte le Province, nonostante i consensi per i candidati non siano stati altissimi.

«Dopo Bergamo e Lodi, anche a Varese, a Brescia, a Lecco, a Como, a Monza e a Cremona vince il Partito democratico - afferma il segretario del centrosinistra -. Con l'eccezione di Sondrio, il centrosinistra a guida Pd governa la città metropolitana e tutte le ex province». E ancora: «Ora sia apre una nuova fase politica anche in Regione Lombardia».

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