Le ambizioni di Palazzo Marino e le velleità del Campidoglio. Il buon governo ambrosiano, antico e trasversale, da un lato, e la confusione grillina dall'altro, che ha definitivamente messo in ginocchio la città eterna invece di risollevarla. Si riaccende la rivalità Roma-Milano. E lo sfortunato fallimento della partita Ema è benzina sul fuoco, come l'ultima emergenza capitolina, quella dei rifiuti da smaltire.
Ad accendere il caso la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che a tre giorni di distanza dalla sconfitta di Milano (la sorte ha premiato Amsterdam) ha sorpreso tutti: «Noi eravamo a favore della candidatura di Roma» - ha detto il sindaco Raggi - «evidentemente il ministro ha preferito candidare Milano con gli esiti che purtroppo sono a tutti noti. Se avesse candidato Roma avremmo avuto più chances». Il sindaco a 5 Stelle ha risposto così al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che aveva definito «un grandissimo errore» la rinuncia di Roma su Ema. L'improntitudine di questa candidatura retroattiva non è piaciuta affatto al sindaco di Milano. Beppe Sala era in procinto di partecipare con spirito bipartisan alla tre giorni di Forza Italia, e stava spiegando la sua convinzione di condividere col centrodestra alcune battaglie per Milano, su tasse, autonomia, e altre sedi (Rai e Consob). Entrando all'hotel Gallia, Sala ha lanciato una stoccata alla collega: «Vorrei sorridere a questa affermazione - ha detto ai giornalisti rivelando un'insospettabile cultura pop - A proposito di senno di poi al limite mi fa sorridere Capitan Senno di poi di South Park».
Solo schermaglie rispetto allo scontro sui rifiuti. Anche qui la vertenza si è innescata da un'iniziativa del Campidoglio: una lettera con cui la sindaca - per scongiurare una nuova emergenza - ha sollecitato la Regione Lazio a sbloccare il problema dei rifiuti che non possono essere trattati a Roma per insufficienza di impianti. Raggi ha chiesto alla Regione ci consentire ad Ama di portare i rifiuti in altri territori. Le agenzie di stampa hanno parlato di contatti anche con la Lombardia, poi è stato chiarito che dipendevano dalla disponibilità di due aziende. L'ipotesi, comunque, era stata stroncata sul nascere dall'assessore lombarda all'Ambiente Claudia Terzi: «A noi ufficialmente non risulta nessuna richiesta formale» ha premesso l'assessore, per poi spiegare: «Siamo aperti ad accogliere rifiuti di altre Regioni in situazioni di emergenza, come ad esempio è avvenuto durante l'alluvione in Liguria, negli altri casi no: quella di Roma non è un'emergenza, ma una situazione ormai endemica e strutturale. Fino ad oggi e ora ancora di più, il sindaco di Roma non intende gestire la questione dei rifiuti». «Dalla Lombardia ci sarà un rifiuto» ha avvertito l'assessore.
«Il fatto che i lombardi paghino perché nel loro territorio si sono dotati di impianti per lo smaltimento dei propri rifiuti, non è giustificabile - sottolinea l'assessore - È ora che anche Roma, e in particolare la signora Raggi, si decida a gestire i propri rifiuti, a fare la differenziata, a pensare agli impianti di smaltimento e a finirla con lo scaricare le proprie responsabilità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.