Chiara Campo
Comune e Regione non si arrendono. Dopo le polemiche sui ritardi e sulle carte segrete che Amsterdam spedì alla Commissione Ue insieme alla candidatura per ospitare l'Agenzia del farmaco, «strappata» al fotofinish a Milano, ieri il comitato di gestione di Ema ha provato a gettare acqua sul fuoco. Il board «è stato aggiornato sui progressi compiuti in merito alle sedi temporanee nella zona di Sloterdijk ad Amsterdam. Una delegazione olandese - riassume una nota - ha confermato che l'edificio Spark sarà rinnovato in linea con i requisiti e reso disponibile il primo gennaio 2019». La soluzione provvisoria quindi «garantisce la continuità operativa di Ema ad Amsterdam fino al completamento del suo nuovo edificio permanente il 15 novembre 2019». Va detto che oggi sul terreno ci sono solo le ruspe. Ma il Consiglio è stato «lieto di sapere che i Paesi Bassi si sono impegnati a garantire una transizione senza interruzione delle operazioni dell'Agenzia». E il vice portavoce della Commissione Ue Alexander Winterstain ieri ha tenuto invece a precisare che l'organo si è «limitato a valutare le offerte degli Stati per ospitare le nuove sedi di Ema e Eba» in fuga da Londra dopo la Brexit seguendo «le regole decise di comune accordo e «la decisione finale è stata presa dagli Stati membri, che hanno deciso sulla base delle informazioni che consideravano appropriate e complete. Hanno deciso tra loro cosa dovesse essere pubblicato e cosa no».
Partita chiusa? Neanche per sogno. Dopo il ricorso del governo e quello del Comune (supportato da Regione Lombardia) di una settimana fa, Palazzo Marino ha depositato un ulteriore procedimento sommario alla Corte di Giustizia Ue per sospendere il trasferimento, ricorso motivato «dall'urgenza della situazione» e per «prevenire un danno grave e irreparabile a una delle parti». In questo caso i tempi di decisione della Corte sono di solito molto più veloci rispetto all'iter ordinario. Come spiega l'avvocato Francesco Sciaudone che ha curato il ricorso d'urgenza per il Comune «il procedimento sommario dovrà stabilire se esistono riguardo al ricorso i presupposti della fondatezza e dell'urgenza. Entro 3 settimane dalla notifica il Consiglio si costituirà in giudizio e realisticamente in 2 mesi dovrebbe arrivare la decisione». «Su Ema non mollo - insiste il sindaco Beppe Sala -, ogni giorno aumentano i dubbi sulla proposta olandese. Non è il momento di lamentarci o frignare ma di combattere, sto sollecitando il governo». Sala e il governatore Roberto Maroni hanno scritto una lettera al premier Gentiloni per fare pressing., lettera firmata anche da Diana Bracco e altri esponenti istituzionali.
Primo passaggio è la visita della Commissione il 12 febbraio ad Amsterdam, «vediamo cosa ne esce» dice Sala, che considera un atto dovuto le rassicurazioni fornite dal board di Ema: «Il cda fa quello che deve fare, ci mancherebbe che Ema si fermasse, la leggo anzi come una mossa per dire a marzo 2019 dobbiamo trasferirci».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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