Emergenza ritardi, 34 treni in più

Vertice Regione-Fs: entro ottobre arrivano 9 convogli e 20 fra macchinisti e capitreno

Alberto Giannoni

Treni e personale in arrivo per «superare l'emergenza» e farsi trovare pronti alla prova dell'autunno. È il risultato dell'atteso vertice fra i nuovi vertici di Fs e la Regione. Una «parziale risposta positiva» l'ha definita il governatore Attilio Fontana.

Quindi Fs spedirà sulle linee lombarde questi rinforzi per tamponare le falle e ridurre ritardi e cancellazioni che da mesi trasformano in un calvario i quotidiani spostamenti di pendolari e turisti (oltre 750mila, in crescita). Entro ottobre 9 treni e 20 uomini fra macchinisti e capitreno, poi altri 25 convogli nei primi mesi del 2019. Treni non nuovi, ma «recuperati» - ha assicurato l'amministratore delegato di Fs Gianfranco Battisti - grazie a razionalizzazioni che non penalizzeranno altre regioni. Entro la fine del 2019, poi, arriveranno altri 15 treni, in questo caso nuovi.

Il 40% della flotta Trenord ha più di 35 anni ed è urgente abbassare l'età media (oggi è di 19 anni). Ma finché non ci saranno nuovi treni in numero rilevante - hanno spiegato Fontana e Battisti - i vecchi non andranno in pensione.

Sono le carenze di personale e la scarsa efficienza dei convogli a determinare problemi. E ora la preoccupazione generale è per il rientro a pieno regime di settembre, con scuole e uffici che riaprono. Due giorni fa il ministro Danilo Toninelli, esponente lombardo dei 5 Stelle, alla vigilia del vertice aveva annunciato che «Trenitalia, quindi lo Stato, darà un forte impulso al rinnovo della flotta regionale». Ora questo impulso, tradotto i numeri, dovrà passare alla prova dei fatti.

Diverse le valutazioni sull'adeguatezza della risposta. Toninelli è addirittura trionfalista e parla di «un accordo che rappresenta per Trenord la svolta verso un nuovo corso». Più cauto Fontana, che manifesta «grande soddisfazione per la ritrovata partnership» e vede una «risposta parzialmente positiva» arrivata «finalmente dopo mesi di richieste. Forza Italia prova a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Registriamo un primo passo avanti da parte di Ferrovie» dice il capogruppo Gianluca Comazzi, che mette in guardia: «Il percorso da fare è ancora lungo: quanto a nuovi treni, materiali e personale ci saremmo aspettati di più, considerati i toni roboanti del ministro e degli esponenti M5S». Per Fi comunque a Fontana «va il grande merito di aver tenuto la barra dritta, focalizzando l'attenzione su una situazione che da tempo costituiva fonte di disagi per i tanti pendolari». Drastico invece il Pd: «Non cambia nulla», dicono Fabio Pizzul e Pietro Bussolati, capogruppo regionale e segretario milanese, prevedendo una «grave crisi» già a settembre.

Fs e Regione puntano tutto sulla «concreta e autonoma operatività» del nuovo ad di Trenord che sarà nominato tra 15 giorni, mentre sul piano

della governance societaria la trattativa resta aperta: «Non possiamo scartare nessuna ipotesi» avverte il governatore, ma l'ipotesi del divorzio fra Trenitalia-Fs e Fnm (quindi la Regione), almeno per ora è accantonata.

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