Esplode la rabbia di Milano contro la bomba di Brindisi

Esplode la rabbia di Milano contro la bomba di Brindisi

Ore 17.33. In piazza della Scala si sente solo il ticchettio della pioggia sugli ombrelli. Per un minuto, è il silenzio. Assoluto. Sono stati centinaia i milanesi che ieri pomeriggio sono scesi in piazza per far sentire che Milano non è lontana. Che è un pezzetto di quelle due bombe esplose davanti alla scuola a Brindisi è arrivato fin qui. C’erano nonni e genitori, studenti - tanti - e bambini. C’era tutta la giunta comunale e molti consiglieri. C’era il presidente della Provincia Guido Podestà eppoi Davide Gentile, presidente della Commissione antimafia, don Colmegna e Nando dalla Chiesa... Già nel mattino in piazza del Duomo alcuni cittadini avevano preso carte e pennarelli e avevano composto questa frase: «Brindisi ore 7.45. Una bomba davanti a una scuola fa strage di vite innocenti. Questo accade oggi in italia. Non possiamo tacere farlo ci renderebbe complici. Chi siano i mandanti forse non lo sapremo mai ma per rispetto nostro e delle vittime non smetteremo mai di chiedere giustizia a una stato... ». Perché la città «non può stare in silenzio». E non lo è stata. Se non per quel lungo, lunghissimo minuto che Basilio Rizzo presidente del consiglio comunale ha chiesto davanti a quella piazza gremita di sconcerto. Di rabbia. Ma, di sicuro, non di rassegnazione. «Sa cosa mi fa piangere? - dice Leidy, 23 anni - Che debba morire qualcuno per vedere che la gente si muove». «Però - le fa eco Chiara Blanco, 25 anni - siamo qui perché vogliamo un’Italia migliore. Siamo qui perché vogliamo essere come una goccia che alla fine fa un bel buco e riesce a spezzare la roccia». Già. Difficile non pensare che siano tutte casualità il nome della scuola intitolata a Falcone e alla moglie, la carovana anti-mafia in arrivo e l’anniversario della morte del magistrato ucciso dalla mafia. Lo dice il presidente della Provincia Guido Podestà: « Provo sgomento e dolore per una tragedia che ci toglie il respiro. Non sarà una sorpresa se si scoprirà che c’è una matrice del potere mafioso organizzato». E lo ribadisce anche Nando Dalla Chiesa, presidente del comitato di esperti antimafia che collabora con il Comune: «Me lo dice l’istinto. Una cosa così non era mai successa... davanti a una scuola. Gli studenti si sentono colpiti e questo era proprio il messaggio». «Una barbarie», la definisce don Colmegna. Contro la quale il vicesindaco Guida ha chiesto che fosse fatta in tutte le scuole in mattinata un’ora di sospensione delle lezioni. «È nostro obbligo che questa strage non sia solo dolore e disperazione. Dobbiamo esigere in tempi brevi risposta chi è stato e perché», ha detto Davide Gentile, presidente della commissione antimafia. I giovani in piazza ascoltano. Tra loro tanti pugliesi che si sono stretti qui per sentirsi più vicini a casa. Come Fabiola Spaziani e Eleonora Vino, 19enni che si chiedono «come è possibile che ancora oggi vengano colpite persone innocenti?». «Rabbia.

Impotenza - si accende Paolo De Bonis, consulente di 30 anni brindisino - Mi chiedo, se fossimo rimasti a casa nostra avremmo forse potuto cambiare qualcosa? Quando succede una cosa così senti che hai perso un’occasione». «È un segnale gravissimo e preoccupante - aveva detto il sindaco Pisapia che non era in piazza nel pomeriggio - Davanti a questi ignobili attacchi non dobbiamo abbassare la testa, ma continuare a lottare».

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