Esplosione di Cerro: s'indaga sui lavori per le fibre ottiche

La procura chiede di intervenire ai carabinieri dell'Ispettorato: verifiche sulle imprese all'opera

Non è cambiato nella notte il bilancio dello scoppio di una palazzina a Cerro Maggiore, centro abitato nelle vicinanze di Legnano, al confine fra le province di Milano e Varese. A Virginia Bollati, pensionata ottantenne rimasta uccisa nella violenta esplosione non si è fortunatamente aggiunto il tecnico del gas, coinvolto nel disastro. Si temeva che potesse non riuscire a superare la notte, invece ce l'ha fatta. Le sue condizioni restano molto gravi, ma i medici escludono che si trovi in pericolo di vita. Nelle prossime ore l'operaio verrà trasferito al centro grandi ustionati di Niguarda. Scongiurato il peggio, non destano preoccupazione nemmeno le condizioni del passante, anch'egli rimasto ferito dai calcinacci cadutigli addosso durante la deflagrazione. Per lui solo danni superficiali.

Intanto sono partite le indagini che tenderanno ad accertare eventuali responsabilità delle cause del disastro. Su richiesta del pm della Procura di Busto Arsizio, Luigi Furno, dalla quale dipende l'inchiesta, sono all'opera anche i carabinieri dell'Ispettorato del lavoro. Gli inquirenti stanno svolgendo un procedimento per verificare la posizione delle società che hanno ricevuto in appalto o in sub appalto la commessa per installare i cavi delle fibre ottiche nella zona. Si scava intorno a queste imprese perché esiste il fondato dubbio che proprio le operazioni per installare questa tecnologia abbiano potuto danneggiare le tubature della rete, provocando l'esplosione dell'altroieri. L'intervento dei tecnici del gas in via Risorgimento era stato dovuto a numerose chiamate di allarme dai cittadini della zona che sostenevano di aver avvertito un forte e pentrante odore di gas. La ditta erogatrice di servizi - che ha espresso cordoglio per la vittima e dolore per l'incidente - ha quindi inviato una squadra di addetti per porre rimedio. E il tecnico rimasto ustionato stava appunto svolgendo i necessari carotaggi per rintracciare l'esistenza di eventuali perdite nella conduttura.

Il sopralluogo avrebbe dovuto concludersi ieri. Sulle prime, addirittura, sembrava che tutto fosse in perfetto stato di funzionamento. Ma qualcosa, evidentemente, è andato storto. E solo ieri, dopo lunghe ore di scavo, è spuntata la foratura, causa delle esalazioni. Un foro di otto centimetri di diametro in un tubo situato a due metri di profondità.

Alle 16.30 dell'altroieri il dramma. La palazzina è stata completamente rasa al suolo e si è trattato di un miracolo se il bilancio delle vittime è stato circoscritto alle tre sfortunate persone rimaste coinvolte. Di fronte alla villetta dove risiedeva Virginia Bollate abitava il figlio, rimasto fortunatamente illeso e i nipotini che, al momento dello scoppio, non erano in casa.

Dopo la disgrazia tutta la zona è rimasta al buio e, in via precauzionale, le forze dell'ordine hanno fatto uscire dalle case tutti i residenti. Soltanto oggi potranno finalmente rientrare nelle loro abitazioni.

La paura che occulti danni possano aver minato le strutture degli edifici del quartiere ha fatto decidere per lo sfollamento. Intanto ieri sera l'area del crollo è stata sottoposta a sequestro penale a disposizione delle indagini.

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