Eventi, sconti fiscali, presìdi Niguarda quartiere «test»

Patto Confcommercio-sindaco per rilanciare la zona Sala: «Entro l'estate il governo decida sulle Olimpiadi»

Agevolazioni fiscali ai commercianti (a partire dalla tassa di occupazione del suolo pubblico per i dehor) e a chi apre nuove botteghe. Presidi di sicurezza, concentrazione di eventi, nuovo arredo urbano. Invece di rilanciare genericamente le periferie, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli stimola il Comune a concentrare gli sforzi su un quartiere test, «per rendere visibili i miglioramenti e realizzare un modello di riferimento utile per tutto il territorio». E il sindaco Beppe Sala, protagonista di un confronto con Sangalli ieri in corso Venezia, si è impegnato a puntare su Niguarda: «Quando penso al negozio di prossimità e alla volontà di presidiare una zona mi sembra un buon esempio. Andiamo a casa oggi prendendoci l'impegno reciproco di guardare al Niguarda come quartiere test». Sulle periferie ha ammesso Sala «non sono soddisfatto di quello che ho fatto finora, devo fare di più». Ricorda che da lunedì sul sito del Comune partirà un «contatore» degli alloggi popolari recuperati e riconsegnati alle famiglie in lista, «obiettivo 3mila in tre anni». Sangalli sprona il Comune a insistere su periferie e attrattività, ricorda che nei primi due mesi del 2018 il tasso di occupazione delle camere negli alberghi in città è cresciuto già del 2 per cento rispetto all'anno scorso, a Pasqua l'aumento è salito al 5%. Pensa già al raduni nazionale degli Alpini previsto a maggio 2019 («attese 500mila persone») e all'opportunità di fare squadra con Torino e Cortina per aggiudicarsi la sede delle Olimpiadi invernali 2026. Il Cio deciderà il prossimo anno, secondo Sala «assegnerà la sede andrà all'Europa e non all'America» ma chiarisce che quello di Milano è stato «un semi passo, ho scritto al Coni che qualora il nuovo governo e il Coni stesso fossero interessati alla candidatura di Milano, la città la può considerare. Ma ribadisco che noi non possiamo metterci un euro, il progetto deve essere finanziato e se ci sono queste condizioni lo possiamo considerare. Ci vuole un governo convinto e che investa in qualcosa che rimane: un grande palazzetto dello sport ci sarebbe utile, un villaggio olimpico in futuro potrebbe diventare un campus universitario. Con Torino avevo provato a dire ragioniamo insieme ma mi hanno risposto non se ne parla neanche. Ora lo Stato dovrà decidere se sostenere una candidatura italiana e la città con più possibilità. Entro l'estate dovrà essere presa una decisione o dopo non ci sono più i tempi. Torino ha già creato un comitato promotore, io non promuovo nessun passo perchè senza certezze da parte del governo e sui finanziamenti non ha senso. Le Olimpiadi sono un'opportunità, ma non ad ogni costo». Insiste invece sull'obiettivo di partire «entro il 2020» con il progetto della riapertura di tratti dei Navigli. E tra le montagne da scalare cita «la riduzione da 51 a 40 auto ogni cento abitanti entro dieci anni».

Sul palco a portare un contributo c'è anche Francesco Wu, imprenditore italo-cinese entrato di recente nel board di Confcommercio. Ha ricordato che l'imprenditoria straniera rappresenta oggi il 15% del totale a Milano (47.348 aziende su 299.881) e le ditte guidate da titolari di origine non italiana sono cresciute del 40% negli ultimi cinque anni.

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