Expo fa rima con mafia? All'estero la pensano così (e un po' è colpa nostra)

Expo fa rima con mafia? All'estero la pensano così (e un po' è colpa nostra)

Mentre Milano attende per venerdì il premier Matteo Renzi in visita ai lavori di Expo, in città si analizza il riscontro d'immagine che l'evento ha sulla stampa estera in base a seicento articoli apparsi sulle maggiori testate europee e americane dal 2008 ad oggi, come è stato fatto ieri in sala Eventi del Pirellone alla presenza del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, del questore milanese Luigi Savina, del segretario Pd Lombardia Alessandro Alfieri, del giornalista Philip Webster del comitato direttivo della Stampa Estera a Milano. La ricerca è stata presentata da Klaus Davi.
Ispirato a Arcimboldo, il logo di Expo impersona un'Italia che porta nel mondo il vessillo di un nuovo Rinascimento in nome dell'arte di cui è Patria sovrana e del cibo di cui è grande madre mediterranea. Eppure per la stampa internazionale non riesce ad uscire dallo stereotipo di «Coppola e pizza», ed è il caso di dire: basta, ma che pizza! Sugli elzeviri stranieri impera il sospetto che tra i lavori dei cantieri si insinui la longa manus della 'Ndrangheta, benché nessuna notizia sia uscita in proposito e nonostante la mafia non sia un fenomeno solo italiano. Molti Paesi ci fanno concorrenza in merito!
Se Expo fosse stato fatta in America qualcuno si sarebbe sognato di tirare fuori Al Capone? No. L'Italia è buona e fresca come il suo pane, sul quale nessuno ci fa concorrenza; è il cibo più vero, eppure l'Italia non riesce a servire al mondo il pane di un orgoglio fragrante e candido come la farina. Philip Webster ha dichiarato: «Per ora Expo 2015 è un'occasione mancata. Il suo ufficio stampa non è certo d'aiuto. Il tema della nutrizione è magnifico, notevole il fatto che sia nato in una situazione politica bipartisan, tra Prodi e la Moratti, ma purtroppo viene snobbato dalla stampa». Viene snobbato, oppure sono gli stessi giornalisti italiani a non calcare i tasti sulla forza dei nostri prodotti, sempre attenti a mostrare il rovescio della medaglia piuttosto che il dritto? Nutriamo d'energia positiva la stampa in vista di Expo, diciamo che il bene fa notizia come un pezzo di pane fa sangue, concetto sul quale è pienamente d'accordo il sottosegretario alla Giustizia Ferri, che ha aggiunto: «E' necessario un Osservatorio sulla legalità diverso dal protocollo del 2012, firmato d'allora ministro Cancellieri. Ci vuole un nuovo protocollo che faccia chiarezza sui reati di concussione e corruzione. In occasione di Expo rilasceremo permessi premio per alcuni detenuti in modo da dare un esempio di libertà». Il Questore Savina ha assicurato un'ispezione capillare sui lavori, «il capo della Polizia è andato a Lione a parlare con l'Interpol» ha detto Savina.
«La nostra è una battaglia culturale più che politica. Dobbiamo focalizzare l'attenzione della stampa sulla nutrizione. I messaggi sui social network dovrebbero essere tradotti in russo, cinese, indiano» ha sottolineato Alfieri.

I cinesi imparano da noi a coltivare il grano. E noi che con quel grano siamo arrivati a cuocere il pane più buono del mondo, perché non la smettiamo di sembrare i poveri contadini arrabbiati e vessati dallo sceriffo di Nottingham con la coppola?

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