E finalmente si passa alla parte operativa. Quella che darà una forma ad Expo. Entro l'estate il governo si è impegnato a presentare un masterplan dei progetti legati all'evento a cui i vari ministeri stanno lavorando. «Credo si sia ingranata una marcia in più - sostiene il sindaco Giuliano Pisapia al termine del tavolo romano - perché abbiamo visto un governo attento e pronto a intervenire».
Anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, ben impressionato dallo schieramento di ministri alla commissione di coordinamento a Palazzo Chigi, scioglie le riserve e si fa prendere da un nuovo ottimismo: «Andrà bene. Esco dalla riunione fiducioso perché ho visto l'impegno di tutto il governo. Expo non è una questione di Milano o della Lombardia, è la vetrina dell'Italia. Non possiamo fare una brutta figura». Il governatore conferma la voglia di lavorare in squadra, innanzitutto con il Comune di Pisapia: «Basta divisioni - scrive in un messaggio telegrafico affidato a Twitter - C'è grande sintonia di vedute». Giuseppe Sala, commissario unico Expo e ad della società, ricorda ciò che aveva anticipato giorni fa a Milano: «Avevamo un obiettivo, di avere 130 Paesi che avrebbero aderito a Expo 2015, siamo a 129: speriamo e pensiamo di poter annunciare il 130esimo domenica, quando il presidente della Repubblica sarà a Monza».
Restano alcuni nodi da risolvere, soprattutto per quanto riguarda i soldi. Pisapia torna a chiedere la «deroga al patto di stabilità per gli investimenti legati a Expo 2015». Finanziamenti «che possono preparare la città e creare le condizioni per il supporto di grandi investimenti esteri in Lombardia». E che quindi metterebbero in moto un meccanismo attira-risorse. La speranza è che il premier Enrico Letta sciolga le riserve sull'argomento al più presto, magari già domenica nell'incontro monzese.
Qualche commento da parte del ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi lascia ben presagire: «Dobbiamo concentrarci perché le opere si realizzino nei tempi prefissati. Tutti devono fare uno sforzo» affinché i progetti diventino reali. C'è una grande sensibilità del governo. Dall'esecutivo arriva un segnale positivo, dobbiamo lavorare sodo». Da impostare è anche il piano trasporti pubblici studiato ad hoc per il 2015 e per far fronte al popolo di turisti e affaristi. Sono chiari a tutti due punti. Uno: Expo non è un'occasione solo per Milano ma per tutta Italia. Due: non si possono fare figuracce agli occhi del mondo. Per questo il presidente Maroni, uomo pratico, sfodera l'agenda e chiede a tutti di segnare una data: il 30 aprile 2015. Entro quel giorno, possibilmente anche prima, tutto deve essere pronto, «non possiamo fare una brutta figura».
Anche il «semestre di presidenza italiana dell'Unione europea - annuncia il premier Letta - avrà un collegamento forte con l'Expo», con la scelta di «svolgere molte riunioni a Milano», a partire dal vertice euroasiatico Asean, che ordinariamente di tiene a Bruxelles, a cui interverranno tutti i capi di Stato e di governo europei e asiatici. «Pochi giorni fa - spiega Letta - abbiamo saputo il risultato di questo eroico braccio di ferro con Bruxelles per tenere il vertice a Milano».
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