A Expo i primi 150 profughi E Renzi concede le caserme

Il premier incontra Sala: c'è il via libera all'accoglienza Nel «Patto per Milano» nuove metro, Seveso e quartieri

Maria Sorbi

E torna l'ipotesi caserme. I profughi potrebbero essere accolti lì. Al momento non si sa ancora quanti posti ci siano, né quali caserme saranno disponibili e quando. Ma da qui a settembre verrà studiato un piano di accoglienza un po' più strutturato rispetto a quello, improvvisato, di oggi. Se lo sono promesso il sindaco Giuseppe Sala e il premier Matteo Renzi, che ieri ha partecipato a una delle prime giunte della nuova squadra di Palazzo Marino. Nelle prossime settimane il Comune prenderà contatti con il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che sulla gestione delle caserme ha l'ultima parola. Gli spazi disponibili in città vanno dalla caserma Santa Barbara, alla Mameli, a Baggio e potrebbero rappresentare una valvola di sfogo importante. Sia in alternativa (o in appoggio?) al campo base di Expo, sia ai bivacchi in stazione Centrale. «Da qui a settembre - spiega l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza - articoleremo delle proposte operative. È chiaro a tutti il concetto secondo cui o l'accoglienza è strutturata o è un disastro». Ed è chiaro a tutti che le decisioni vadano prese a un tavolo comune, in cui sia coinvolta anche la Regione Lombardia.

«La questione migranti è obiettivamente una questione critica - commenta il sindaco - Ma prima di chiedere l'aiuto del governo facciamo tutto quello che possiamo, come e nella nostra filosofia».

In attesa di un piano di più ampio respiro, bisogna far fronte all'emergenza di questi giorni. I primi 150 profughi, che ora sono nel centro di smistamento di Bresso, potrebbero essere trasferiti nei container di Expo già in serata o al massimo domani. Stamattina infatti il Comune e il prefetto si riuniranno per prendere una decisione sulle tempistiche e impostare il nuovo centro di accoglienza a due chilometri dall'ex Decumano. Lì, nelle prossime settimane, dovrebbero arrivare anche altri migranti. Il sindaco Sala dice che quelle strutture, che un anno fa ospitavano le squadre di tecnici e operai di Expo, sono idonee a ospitare fino a 500 persone. In realtà, con qualche aggiustamento potrebbero accogliere circa 1.200 profughi.

Oltre al nodo profughi, Renzi e Sala hanno preso accordi su altri temi chiave, dalle periferie ai trasporti. E tutto confluirà nel patto tra Governo e Milano che verrà firmato a settembre. Il premier si è infatti detto disponibile ad appoggiare Milano sia per portare la metropolitana fino a Monza, sia per risolvere l'emergenza del Seveso e costruire la vasca anti esondazione. Il patto riguarda anche la questione welfare e affronterà la questione delle case popolari, che Sala non vuole lasciare sfitte entro i prossimi due anni.

A settembre si entrerà anche nel merito dei finanziamenti che lo Stato darà a Milano. Per ora il sindaco Sala - come riferisce lo stesso Renzi - si è appuntato un'agenda di inaugurazioni e di scadenze molto fitta e puntuale. Un «business plan» da manager in piena regola che, si spera, costringerà il governo a rispettare promesse e scadenze. «Milano è la capitale non solo economica del Paese.

Ha tutti gli elementi per essere tra le principali metropoli del mondo e ha il diritto e il dovere di avere il governo al suo fianco» assicura il premier che sembra apprezzare il metodo Expo che Sala ha importato in Comune: «Questo sindaco è una macchina da guerra. È bello vedere tanta determinazione».

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