Cronaca locale

Expo, schiaffi tra Ambrosoli e Formigoni

Duro botta e risposta tra il governatore Roberto Formigoni e il candidato del centrosinistra Umberto Ambrosoli. A dar fuoco alle polveri, un insolito gesto di fair play in un mondo in cui le poltrone sono sacre. Ieri, invece, Formigoni aveva detto che «se ci fosse la vittoria della sinistra i Regione, presenterò per correttezza le dimissioni da commissario generale di Expo, poi deciderà il governo». In caso contrario «resterei». Un annuncio fatto dopo l'incontro con il segretario generale del Bie Vicente Loscertales a cui ha consegnato i «documenti riepilogativi del lavoro fatto». Ma immediata è stata la reazione di una sinistra già smaniosa di occupare la poltrona. «Quello di commissario generale - ha spiegato Formigoni - è un ruolo ad personam attribuito dal governo, non è legato alla presidenza della Regione, tuttavia ritengo per correttezza di dover fare questo gesto». Non è bastato. «Queste sono dimissioni anticipate», ha esultato in tutta fretta il sindaco Giuliano Pisapia. «Mi sembra il minimo», gli ha fatto eco Ambrosoli, perché nel corso del suo mandato «non ha fatto niente». Ed è stato solo l'inizio. «Adesso manca solo che resti a far nulla quando non sarà più neanche presidente della Regione», ha rincarato la dose Ambrosoli. «Quel ruolo di commissario generale che non ha sfruttato dovrà essere gestito in maniera diversa, dialogando con le realtà territoriali e organizzando iniziative coerenti con i temi che si svilupperanno durante Expo».
E a quel punto la reazione di Formigoni. «La miseria umana e intellettuale dell'avvocato Ambrosoli emerge in tutta la sua vergogna». Parole dure. «Ambrosoli dimostra di non saper nulla neppure dei compiti del commissario». E «non sa che solo grazie alla mia azione è stata sbloccata la questione fondamentale dei terreni con una soluzione condivisa dalla quasi unanimità dal consiglio regionale, come è stato riconosciuto dal Bie». «Nessuno gli ha detto che i compiti del commissario generale riguardano lo sviluppo del tema e la promozione delle relazioni internazionali.

I risultati in questo campo sono sotto gli occhi di tutti: 120 paesi aderenti, il Documento strategico da me redatto e sottoscritto anche da Mario Monti e Vicente Loscertales, già condiviso da Ban Ki Moon e Barroso e oggi all'esame dei governi di tutti i Paesi aderenti e delle principali organizzazioni internazionali».

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