Fa la mostra su Charlie Hebdo e gli incendiano la redazione

Rogo doloso nella sede milanese di un service editoriale. Il direttore collabora a «Wow spazio fumetto» che espone vignette dedicate al periodico francese

Fa la mostra su Charlie Hebdo e gli incendiano la redazione

Potrebbe veramente non aver nulla a che fare con il terrorismo islamico. Anzi: probabilmente è proprio così. Tuttavia, fatwa o non fatwa, l'incendio doloso avvenuto ieri alle 5 resta misterioso e molto particolare, sia per il momento storico in cui si è verificato sia per le modalità: qualcuno ha messo infatti del liquido infiammabile nelle condutture di areazione degli ambienti.

Spieghiamo: il rogo è scoppiato intorno alle 5 nella via privata Salsomaggiore 12 tra Dergano e piazzale Istria. Nel cortile, dal 1984, in una sorta di dependance di una palazzina di quattro piani abitata da diversi condomini, ha sede la «Excalibur srl», un service editoriale che produce giornali in ciclo completo per diversi editori, su argomenti assolutamente innocui come cani, gatti, uncinetto e cucina. Riccardo Mazzoni, 54 anni, è uno dei tre soci. Ieri mattina è stato buttato giù dal letto dai vigili del fuoco. «Dobbiamo fare un monumento a Sam, il golden retriever della nostra coinquilina - ci racconta -. Il cane, alle 4.30, si è svegliato e ha cominciato ad agitarsi... La sua padrona ha guardato fuori, notando del fumo (e null'altro) provenire dai locali di “Excalibur” e ha lanciato l'allarme chiamando i vigili del fuoco. Sostengo che dobbiamo ringraziare il cane perché l'incendio è stato di così scarsa entità che i pompieri lo hanno spento con il nostro estintore. Speriamo di rientrare in ufficio già tra una decina di giorni. Domani (oggi per chi legge, ndr ) arriverà il fabbro, il vetraio e, naturalmente, una ditta di pulizie: c'è fuliggine dappertutto, soprattutto nei pc».

E la fatwa che c'entra? Dall'anno scorso Mazzoni è vice direttore di «Wow Spazio Fumetto» di viale Campania 12. Dove da dopodomani fino al 16 febbraio il direttore Luigi Bona, presenterà la mostra «Siamo tutti Charlie Hebdo». Dopo aver invitato gli illustratori italiani e non, a rendere un sincero omaggio ai colleghi uccisi nella capitale francese, infatti, in viale Campania, sono arrivati lavori da 200 illustratori italiani e 70 da fumettisti stranieri che da sabato daranno appunto vita all'iniziativa. Così ieri mattina Mazzoni ha dovuto farsi una «chiacchierata» con la Digos, mentre la Procura ha deciso di aprire un'inchiesta.

«In realtà in viale Campania do una mano al direttore Luigi Bona. Attualmente allo “Spazio Fumetto” sono curatore della mostra “La magia dell'anello”, un omaggio a Tolkien, che chiuderà il 22 marzo. Se qualcuno voleva colpire gli ideatori della mostra su Charlie Hebdo, curata da Bona, Alberto Brambilla e Luca Bertuzzi, forse doveva prendersela con loro. Non ritengo affatto, comunque, che il rogo, se si tratta veramente di un fatto doloso, sia collegato alla mostra: i vigili hanno trovato anche prese fuse. Credo più a un cortocircuito: un gesto terroristico sarebbe stato più spettacolare, avrebbe avuto un risultato più efficace».

Il 15 gennaio allo spazio «Wow Fumetto» avevano avuto un pannello e un vetro rotto. Tuttavia anche per quel fatto Mazzoni ha una spiegazione logica. «Un mese prima alcuni ragazzi erano entrati nella scuola che confina con il museo di viale Campania dove misero a segno una serie di atti vandalici - conclude -.

Noi abbiamo le telecamere e, quando la polizia ci chiese di collaborare cedendole i nastri, noi l'accontentammo e loro riuscirono a risalire agli autori di quel fattaccio. Il vetro e il pannello rotto un mese dopo credo siano piuttosto il risultato di una dispetto nei nostri confronti, di una ragazzata per intenderci».

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