Famiglia, impresa, economia Sulla casa la sfida alla sinistra

Dall'abolizione dell'Ici nel 2006 la difesa della prima abitazione è rimasto un patrimonio del centrodestra

Famiglia, impresa, economia Sulla casa la sfida alla sinistra

Correva l'anno 2006 quando, durante un infuocato dibattito elettorale con Romano Prodi, Silvio Berlusconi promise: «Aboliremo l'Ici sulla prima casa». Ora, al di là degli alti e bassi della politica, soprattutto fiscale, è innegabile che mura domestiche e abitazioni di proprietà siano uno dei punti chiave della politica di Forza Italia. «La casa per migliorare l'Italia. Dalla rigenerazione urbana al recupero delle periferie» si intitolava il primo dibattito del sabato mattina di «Idee Italia». Tema nazionale ma anche molto milanese, perché se c'è una città che negli ultimi anni ha cambiato volto e sconvolto urbanistica, è proprio Milano. Torri, palazzi a forme di nave, boschi verticali, quartieri che ormai sono diventati meta di visita turistica (e oggetto di imitazione architettonica) un po' da tutto il mondo.

Alessandro Cattaneo, responsabile formazione di Forza Italia e tra i protagonisti del dibattito, spiega la filosofia che non è solo mattone: «Abbiamo voluto aprire con il tema della casa, che nasce anche dall'idea di città messa in cantiere dalle giunte di centrodestra, a partire da Gabriele Albertini e Letizia Moratti». E ancora: «La casa, con Silvio Berlusconi, è portatrice di significati. Vuol dire famiglia, impresa, economia domestica. Penso che gli italiani se ne siano accorti quando è stato distrutto quel che noi tentavamo di fare». Insomma, secondo Cattaneo, casa e famiglia sono due dei temi che più distanziano il centrodestra da centrosinistra.

I numeri forniti durante la tavola rotonda da Guglielmo Pelliccioli raccontano una realtà del Paese difficile ma che fa anche comprendere come questo sia il cuore della vita di molti. Le famiglie proprietarie della casa in cui abitano sono 24 milioni e le famiglie che vivono in affitto sono 7. Le famiglie che stanno cercando sono 2,3 milioni. Ma negli ultimi dieci anni le case hanno perso valore per ben 2.300 miliardi: una mazzata terribile. Senza dire che l'85 per cento delle case è a rischio sismico: un allarme che interessa il 70 per cento dei comuni italiani e l'80 per cento della popolazione. Infine, il livello di imposizione fiscale ha toccato i massimi di sempre, oltre i 50 miliardi di euro l'anno e questo deprime e disincentiva il mercato delle compravendite. Insomma, è una questione di tasse che invita a interventi di ampio respiro.

In Regione Lombardia è in via di sperimentazione un nuovo modo di assegnazione delle case popolari a mix sociale che tiene conto di diversi fattori: l'anzianità di residenza in Lombardia, il disagio abitativo, familiare e economico, con percentuali di alloggi da riservare a categorie specifiche: il 20% a chi vive in povertà assoluta; il 30% agli anziani, il 20% ai genitori soli con figli, il 15% ai disabili, il 20% a famiglie di nuova formazione, il 5% a particolari categorie come le donne maltrattate e il 10% alle forze dell'ordine. «Ci piacerebbe che fosse esteso in tutta Italia, in un Piano nazionale, questa sperimentazione partita a Monza, Sesto e Cinisello e che da febbraio sarà in vigore in tutto il territorio regionale» spiega dal palco Fabrizio Sala, vicepresidente della Regione con delega a Casa e Housing sociale.

E ancora: «L'obiettivo di diffondere la legalità vale anche tra i poveri, non solo tra i ricchi e quindi serve un contrasto delle occupazioni abusive, mettendo a disposizione in alloggi temporanei - che tocca al Comune individuare - coloro che sono veramente senzatetto. Bisogna distinguere con attenzione questi casi da coloro che invece occupano le case perché fanno parte di un racket che le gestisce».

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