Far west sui treni locali: "Urgenti militari a bordo per fermare le violenze"

Agente pestato selvaggiamente da immigrati Regione e centrodestra, pressing sul ministro

Far west sui treni locali: "Urgenti militari a bordo per fermare le violenze"

Una violenza inaudita, ai danni di un ferroviere e di un poliziotto che stavano solo facendo il loro lavoro. La sicurezza resta emergenza quotidiana e i treni si confermano un nervo scoperti di questo allarme. All'emergenza prova a rispondere la Regione.

Teatro dell'ultima feroce aggressione, un treno partito da Milano-Porta Garibaldi e diretto a Lecco. Un capotreno intento a controllare i biglietti è stato aggredito verbalmente da un immigrato e un poliziotto intervenuto per controllare la situazione è stato picchiato selvaggiamente da una decina di nigeriani accorsi per «difendere» il connazionale. Le cronache degli ultimi anni sono piene di episodi di violenza simili, ai danni del personale che viaggia sui treni oltre che dei passeggeri. Questo fenomeno incontrollato ha indotto tutti a correre ai ripari. Trenord per esempio ha investito in telecamere a bordo e vigilantes. Le ultime 18 guardie giurate sono entrate in servizio a metà aprile, portando il totale a 90. Dal canto suo, la Regione ha stanziato 6 milioni per consentire agli appartenenti alle forze dell'ordine di viaggiare gratis sui treni regionali avvisando il capotreno. Stavolta, neanche la presenza di un agente di polizia è servito. Anzi, è stato l'agente ad avere la peggio.

«Quello della sicurezza sui treni è uno dei primi temi che sottoporremo al management di Fnm e quindi a Trenord» ha detto l'assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi, esprimendo solidarietà ai due aggrediti. L'assessore leghista inquadra il caso in un contesto di generale insicurezza: «Se anche un rappresentante delle forze dell'ordine viene aggredito così brutalmente ad opera di soggetti che si sentono liberissimi di fare quello che vogliono sul nostro territorio, tutti questi sforzi potrebbero non bastare», avverte, suggerendo che il problema stia «nel fatto di non avere un controllo a 360 gradi», mentre c'è «la convinzione di queste persone di poter delinquere senza doverne poi rispondere a nessuno». Terzi ammette che «far salire anche sui treni i militari» è «sicuramente un'idea cui tutti stiamo pensando», ma precisa che è necessario «discutere con chi rappresenta le forze dell'ordine», e annuncia un confronto con le prefetture, le questure, le forze dell'ordine e le aziende. L'assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato, intanto, si appella al ministro dell'Interno affinché chieda «con urgenza» al collega della Difesa «le pattuglie miste Strade Sicure, formate da tre militari e due poliziotti o carabinieri, per presidiare h24 convogli e stazioni lombardi».

Stessa richiesta arriva dalla Lega con Paolo Grimoldi: «Servono i militari dell'esercito, sui vagoni e nelle stazioni, per controllare quanto avviene a bordo ma anche chi sale e chi scende», mentre Stefano Maullu (Forza Italia) avverte: «Serve una task force appositamente pensata per ogni linea, in modo tale da collocare agenti e militari sui convogli che attraversano le stazioni più pericolose».

E la consigliera Viviana Beccalossi chiede che il problema sia «affrontato a tutti i livelli, a partire dai tavoli sulla sicurezza a Milano e nelle province lombarde per porre rimedio a una situazione ormai fuori controllo».

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