Coronavirus

Un barman di appena 34 anni: chi è la vittima numero 10mila

Giovane barman di 34 anni. Non solo un numero. Aveva una moglie e un figlio

Un barman di appena 34 anni: chi è la vittima numero 10mila

Federico non era solo il numero 10mila. Come riportato da la Stampa, era un giovane barman che aveva da poco realizzato il sogno: quello di aprire un bar tutto suo. E aveva una famiglia che lo amava, la moglie e un bimbo di un anno. Un’altra vita, un’altra famiglia spezzata dal Covid-19. In solo un mese i morti sono cresciuti inesorabilmente arrivando a quota 10.023. Una cifra impressionante, soprattutto se si considera il breve tempo in cui la si è raggiunta. Quasi 6mila solo in Lombardia. Oltre 250 decessi giornalieri lungo tutto lo Stivale. Alcuni sono morti nelle loro case, confortati, almeno un po’, dalla vicinanza dei loro cari. Altri si sono invece spenti in fredde stanze di ospedale. I contagi sono avvenuti un po’ dappertutto: nelle case di riposo, negli ospedali, tra le quattro mura domestiche, al bar. Bergamo, Brescia e Milano le città maggiormente colpite, con 542 nuovi morti.

Federico, giovane barman

Nella mattinata di venerdì 27 marzo è morto anche Federico, in un letto del Policlinico di Milano, dove era stato trasferito giovedì sera dall’ospedale Sacco, dopo una lunga battaglia contro il coronavirus. Era ancora giovane Federico, aveva solo 34 anni, tutta una vita da passare con la moglie Anna e il loro bambino. Tanti anni davanti per vedere crescere suo figlio che ha solo un anno. Invece no. Tutto è finito per colpa di un subdolo virus, invisibile e ancora troppo sconosciuto. Di lui si dirà: aveva avuto qualche problema di salute che lo aveva reso fragile. Sì, è vero. Era più fragile degli altri.

Era amato e conosciuto da tutti a Cinisello Balsamo, dove viveva. Da circa un anno e mezzo era riuscito ad aprire il suo locale, nel centro del paese, lo Zen. Il vecchio bar in piazza Gramsci che il ragazzo voleva riportare ai vecchi splendori. Una passione scritta nel suo dna: anche i suoi genitori avevano un bar tabacchi, chiuso due anni fa. Il padre aveva deciso di aiutarlo nella sua avventura, mettendo a disposizione del figlio tutta la sua esperienza. Chi ha conosciuto Federico lo ha descritto come un ragazzo sorridente, sempre disponibile ad aiutare gli altri.

La promessa del sindaco

Commosso nel ricordarlo anche il sindaco di Cinisello Balsamo, Giacomo Ghilardi. Che ha perso nelle ultime settimane molti concittadini. “Ricorderemo tutti. Tutti i nostri cari, amici, familiari, conoscenti. Tutti coloro che abbiamo perso e che perderemo a causa di questo maledetto coronavirus. Ricorderemo Federico, giovane ragazzo che ho conosciuto e che ha sempre dimostrato bontà, spirito di sacrificio e generosità. Lo ricorderemo così, come in questa foto di qualche anno fa. Oggi va cosi. Ora è il momento della lotta, del coraggio, della sofferenza, del lavoro, dell’orgoglio. Ma presto ci asciugheremo le lacrime, ci rialzeremo, torneremo a sorridere e ricorderemo, ve lo prometto” questa la promessa del sindaco. Perché Federico, come tutti gli altri morti, non è solo un numero.

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